Scrive che l'ex giunta del centrosinistra è dalla parte dei delinquenti, assessore del centrodestra a processo

Lo aveva scritto sulla pagina Facebook istituzionale del Comune. Aveva affermato che le Giunte (di centrosinistra) che avevano preceduto quella attuale (di centrodestra) avevano scelto di stare dalla parte dei delinquenti. E poi, quando la reazione della minoranza si era fatta sentire in Consiglio comunale, aveva ritenuto la faccenda risolta, e quindi archiviata, con la risposta all’interrogazione data in aula dal sindaco Pietro Fontanini in persona. Non è andata così e lunedì prossimo il nome dell’assessore comunale Alessandro Ciani figurerà tra quelli delle persone chiamate a processo davanti al giudice monocratico del tribunale di Udine, Carla Missera. Finito sotto inchiesta dopo la denuncia di sette ex assessori, dovrà difendersi dall’accusa di diffamazione aggravata dal fatto di essersi servito di un mezzo di pubblicità.
Il post finito al centro del procedimento penale fu pubblicato su Fb l’8 novembre 2018. L’obiettivo era annunciare la chiusura della scala Ermacora e Fortunato (quella che collega via della Cernaia con il cavalcavia), trattandosi di un luogo diventato teatro di cessioni e consumo di sostanze stupefacenti e di altri episodi di criminalità. Era stato il commento con cui Ciani, in qualità di assessore, aveva chiosato la notizia a suonare stonato, in particolare, a chi lo aveva preceduto in Giunta sotto la guida del sindaco Furio Honsell. E cioè a Enrico Pizza, Mariagrazia Santoro, Cinzia Del Torre, Enzo Martines, Carlo Giacomello, Alessandro Venanzi e Pierenrico Scalettaris.
«Considerando le tantissime richieste di intervento, le segnalazioni e i ringraziamenti per quanto stiamo facendo – aveva scritto Ciani –, posso dire che i cittadini hanno capito che questa Giunta è dalla parte loro e non, come quelle precedenti, dalla parte dei delinquenti». Un’affermazione che il pm Marco Panzeri, titolare del fascicolo aperto sul caso, ha ritenuto «implicitamente offensivo della reputazione» dei denuncianti, appunto.
Da qui, la chiusura delle indagini e la citazione diretta a giudizio per l’ipotesi di reato di diffamazione aggravata. «Abbiamo deciso di presentare denuncia – ha spiegato l’avvocato Stefano Buonocore, cui si erano rivolti tutti gli ex esponenti di Giunta e per conto dei quali ora formalizzerà la costituzione di parte civile –, perché consideriamo quella frase di una gravità inaudita, tanto più riferendosi a chi in passato governò la città. Parole di cui, peraltro, non si è neppure mai scusato».
Di tutt’altro avviso il diretto interessato, che nel procedimento è difeso dall’avvocato Francesca Maurig. «Per me la vicenda era ampiamente chiusa fin dall’inizio e addirittura con intervento del sindaco in Consiglio comunale», dice l’assessore Ciani, ritenendo essersi trattato di «polemiche politiche che devono avvenire nelle aule deputate, ossia il Consiglio comunale, e non certo in quelle giudiziarie». Dove lunedì, intanto, il processo comincerà dall’udienza filtro. «Trovo che il fatto che si costringa il tribunale a occuparsi di queste cose, quando esistono questioni ben più importanti – la sua conclusione –, si qualifichi da solo come un errore».
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