Scontro aperto fra il Pd e Roberto Felcaro

NS. Ormai è scontro aperto. La campagna elettorale a Cormòns è iniziata e i torni si alzano. Non si è fatta attendere la replica del Pd alle esternazione di Roberto Felcaro, candidato sindaco di Direzione Cormòns, sull’apertura del Pd a un’allenza con Uniti per Cormòns. «Felcaro pensi alle forze politiche che lo sostengono che sono costrette a mascherarsi da civiche moderate per raccattare più voti possibile». È questa la durissima la replica del segretario cittadino del Pd, Luca Bigot, in merito alle parole espresse da Direzione Cormons di critica nei confronti dei Dem cormonesi, che in settimana hanno dato il loro appoggio alla candidatura Toros. «Felcaro ha poco di che ironizzare sul Pd – attacca Bigot – e proposito di “scaltrezze” pensi piuttosto ai partiti costretti a mascherarsi da liste civiche moderate per raccattare più voti possibile giurando e spergiurando che non ci sono forze politiche a sostegno della sua candidatura».
«Forse il candidato di centrodestra ha la memoria corta dato che poco o nulla di civico ha la sua storia politica: nel 2007 era in quota Udc-FI, nel 2012 all’interno di una coalizione di centrodestra in quota Udc, la stessa Udc che a livello nazionale ha condiviso l’operato di ben tre governi a guida Pd. Tanto per essere chiari sui “pesci da pigliare ovunque” e su chi si schiera «laddove c’è ancora un po’ di potere», punge Bigot.
Quest’ultimo difende invece il tragitto politico svolto dal suo partito a Cormons negli ultimi mesi: «Il Pd cormonese ha fatto un percorso lineare di ascolto, riflessione e proposta prima di votare in assemblea dei propri iscritti di sposare l’obiettivo dell’unità del centrosinistra. Sul bilancio sono già state dette le motivazioni che hanno portato a un voto contrario; votare un documento che è prerogativa della maggioranza e, in quanto tale, senza condivisione alcuna con l’opposizione non significa esprimere giudizi sulle persone che lo propongono né deve per forza essere una preclusione a future decisioni da prendere di comune accordo». (m.f.)
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