Scatta lo sciopero al Mercatone Uno

REANA DEL ROJALE. Niente più anticipo sul contratto di solidarietà e ulteriore riduzione dell’orario di lavoro. Risultato: stipendio più che dimezzato. Sale la tensione al Mercatone Uno, alle prese con una richiesta di concordato preventivo depositata il 19 gennaio al Tribunale di Bologna dalla proprietà, la emiliana Mercatone Business. Ieri pomeriggio, sciopero di mezz’ora da parte di una trentina di dipendenti, riuniti fuori dal punto vendita per protestare contro la decisione dell’azienda di ridurre ancora l’orario di lavoro (i primi contratti di solidarietà risalgono al 2011) portandolo a 20 ore settimanali. Ma, soprattutto, per scongiurare il blocco dell’anticipo dello stipendio, che l’azienda intende far scattare dal primo febbraio. Perché la crisi morde, i consumi frenano, manca la liquidità.
A fare infuriare i lavoratori, però, è il metodo: «Sono scelte di cui siamo venuti a conoscenza dall’oggi al domani – contestano – senza uno straccio di comunicazione o incontro sindacale. E dall’oggi al domani ci ritroviamo con una busta paga da 500 euro mensili». Una nuova svolta negativa, dunque, all’interno di una vertenza che si preannuncia «lunga e difficile», avverte il segretario provinciale delle Cgil Filcams, Franscesco Buonopane, che annuncia nuove mobilitazioni al punto vendita che impiega una quarantina di dipendenti: «Abbiamo optato per mezz’ora di sciopero, ma ci stiamo solo scaldando. Se le cose non cambieranno, ci saranno nuovi presidi e azioni di protesta». Atteso per domani, intanto, un nuovo incontro a Bologna fra proprietà e sindacati. Sul tavolo, il destino di oltre 3 mila lavoratori di 79 negozi in tutta Italia. Si cercherà di capire se quello di Reana è nella lista top secret dei 37 punti vendita da sacrificare per risanare i conti del gruppo.
E’ ottimista il sindaco Emiliano Canciani: «Questa è una realtà del territorio e a quanto pare una delle più positive. Da parte nostra massimo sostegno ai dipendenti, siamo pronti a farci parte attiva e chiedere l’intervento del consiglio regionale per la positiva risoluzione della vertenza». Ora c’è da pensare, però, al mutuo da pagare e ai figli da mantenere. Le dipendenti donne sono i due terzi a Reana e gran parte di loro ha superato la cinquantina. I volti tesi, negli occhi la paura di restare a casa.
«Sono separata, ho due figlie a carico – dice Sandra Fabbro – e ho 57 anni. Lavoro qui da 12. Se perdo il lavoro alla mia età non so dove andare a cercarne un altro». Flavia Gonano è sola, lavora al Mercatone dal giorno in cui ha aperto, nel 2001, ha un mutuo per la casa che pesa «tutto sulle mie spalle». E poi c’è la benzina, un problema per chi abita a 30 chilometri di distanza e deve prendere l’auto per lavorare tre ore al giorno: «Una delle richieste che faremo all’azienda – dice Buonopane – è strutturare l’orario secondo una logica che non faccia rimettere ancora i dipendenti».
«Abbiamo dato tutto per questa azienda - si sfoga Patrizia Tremul – lavorando le domeniche e le festività senza mai scioperare una sola volta. Domeniche e festività che di certo non hanno portato a un aumento delle vendite. Chiediamo ciò che ci spetta».
Lodovica Bulian
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