Scarello: orgoglioso, ma è ora che cresca anche qualcun altro

«La mia squadra? Campionissimi, come l’Inter di Mourinho» «Cerchiamo sempre qualche novità, il cliente prima di tutto»

UDINE. Sa di essere lo “Special One” della ristorazione friulana ed è felice di essere salito, per la seconda volta consecutiva, sul palco della Leopolda di Firenze, insieme al gotha degli chef italiani, per ricevere l’applauso e l’omaggio che gli ha dedicato la Guida de L’Espresso. Emanuele Scarello, titolare con la sorella Michela degli Amici di Godia, periferia est di Udine, è felice, nel viaggio di ritorno, in macchina, verso il Friuli. «Un conto è essere il primo in regione - dice -, un altro conto è restare tra i primissimi in Italia, al top. Sono l’unico del Friuli Venezia Giulia a questo livello, è stata una grandissima soddisfazione. Sarebbe ora che qualche altro friulano arrivasse a farmi compagnia».

Effettivamente non è che ci siano stati altri exploit, quest’anno, dalle nostre parti...

«E’ vero, forse manca qualche novità importante, tranne un paio di eccezioni. Se confrontiamo la lista dei migliori locali dove mangiare con quella di dieci anni fa, non notiamo troppe differenze. Io mi auguro che la regione cresca, è importante alzare la qualità complessiva. Se devo parlare per me, sono contento, ci mancherebbe. Ma basta piangersi addosso, la nostra regione è magnifica, ci sono opportunità e prospettive nel settore».

Cosa ci serve per fare un salto ancora più deciso?

«La voglia di provarci, di guardare avanti con fiducia, con serenità. Nelle cose è fondamentale crederci. Noi nel 2009, nel primo anno della crisi, abbiamo avuto il coraggio di fare un investimento notevole per ristrutturare completamente il ristorante. Ma poi i frutti si sono visti».

Il suo segreto, per rimanere in vetta?

«Ogni risultato è merito del lavoro di squadra, di uno straordinario lavoro di squadra. Io, mia sorella Michela e le nove persone in cucina. Sono l’unico friulano doc, poi c’è Raffaele che è carnico e ancora un cuoco giapponese, un veneto, il pasticcere, tra i più promettenti, di Frosinone. Mi verrebbe da dire che siamo come l’Inter di Mourinho, grandissimi campioni».

I suoi collaboratori li sceglie lei?

«Beh, sì. Lo “Special One” (Scarello ride facendo il paragone, ndr) sarei io, li scelgo di persona. Devono tutti essere affamati, devono avere voglia di fare qualcosa di bello. “Stay hungry, stay foolish”, siate affamati, siate folli, lo slogan di Steve Jobs lo prendo volentieri in prestito».

Nella cucina degli Amici cosa ci si inventa, ogni giorno?

«Facciamo un “tuffo” quotidiano nel territorio. La nostra cucina non è tradizionalista, ma territorialista. Il Friuli è fortunato, ci sono la terra, il mare, i vini. Un po’ di tutto per creare, con mestiere e fantasia».

Iniziative e novità per stupire i clienti?

«Da noi c’è sempre qualcosa che bolle in pentola. Stiamo definendo tre grandi iniziative che saranno pronte entro l’anno. Al centro dell’attenzione c’è l’ospite, che deve stare sempre meglio».

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