Scampia-Udine, truffe e soldi falsi

Progettavano anche rapine a gioiellerie e centri commerciali. Otto in carcere
Di Alessandra Ceschia
dine 17 settembre 2014 conf stampa cc Telefoto Copyright Petrussi Foto Turco Massimo
dine 17 settembre 2014 conf stampa cc Telefoto Copyright Petrussi Foto Turco Massimo

Le loro origini sono napoletane, in maggioranza sono nati nel quartiere di Scampia, ma come base operativa hanno scelto Udine, dove si erano stabiliti ormai da tempo. Ed è nella provincia di Udine che hanno dato vita a una rete criminale che comprendeva la spendita di banconote false, la truffa alle agenzie assicurative e lo spaccio di stupefacenti.

Progettavano rapine

Affari da diverse decine di migliaia di euro, accanto ai quali, quella che i carabinieri hanno ribattezzato “La banda degli onesti” (da cui ha preso il nome l’operazione) progettava di aggiungere una serie di rapine studiate nei minimi dettagli ai danni di alcune gioiellerie e centri commerciali di Udine, avvalendosi della complicità di alcuni soggetti di etnia rom. Colpi che un’attività di disturbo organizzata dai carabinieri nel corso delle indagini è riuscita ad evitare. Otto complessivamente le misure cautelari eseguite, di cui una, in flagranza di reato, risale già all’aprile scorso, 14 i soggetti indagati a vario titolo e 8 le persone denunciate, oltre a 33 soggetti coinvolti nelle indagini a vario titolo quali terzi non indagati.

Dieci mesi di indagini

A smantellare la rete di falsari, truffatori e spacciatori sono stati i militari del Comando provinciale dei carabinieri di Udine a seguito di un’attività di indagine durata dieci mesi, condotta dalla Compagnia di Cividale e coordinata dal pubblico ministero Annunziata Puglia della Procura della Repubblica di Udine. «Per dieci mesi - ha affermato il comandante della Compagnia di Cividale Pasquale Starace – abbiamo “vissuto in simbiosi” con i componenti della banda, seguendo i loro spostamenti per individuare la reale estensione della loro attività in attesa di entrare in azione».

L’ordinanza del Gip

All’alba di ieri in seguito all’ordinanza emessa dal gip Paolo Alessio Vernì, in tutta la provincia di Udine e in quella di Pordenone (dove risiedevano alcuni degli acquirenti del giro di droga) è scattata l’operazione che ha portato alla perquisizione domiciliare e personale nei confronti di 48 soggetti e all’esecuzione di cinque ordinanze di custodia cautelare nei confronti di Pasquale La Montagna di 23 anni, Cataldo Bruni 26 anni, Ivan Paino (23), David Mattiussi (25), tutti originari del napoletano ma residenti in città, e Gheorghe Pisten, 23 anni di origine romena ma residente in città. Sottoposto a misure cautelari pure Luigi Starace (25 anni) attualmente in regime di obbligo di dimora, già arrestato lo scorso aprile. Devono rispondere delle accuse di spendita di banconote false, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona. Nell’ambito delle perquisizioni effettuate ieri altri due uomini sono stati arrestati. Sotto sequestro pure 1.500 euro in banconote false da 50 e 100 euro.

I soldi falsi

È stato da quel flusso di denaro falso che ha preso avvio tutto il filone d’indagine. Nell’ottobre scorso sono state alcune denunce presentate da commercianti di Premariacco, Nimis, Cividale e Corno di Rosazzo a far partire l’attività investigativa. Le banconote da 50 e 100 euro false erano state spese in pasticcerie, edicole, tabacchini e bar senza suscitare alcun sospetto passando anche indenni alla verifica dei dispositivi antifalsario, erano stati i controlli bancari a evidenziare che si trattava di soldi falsi. A legare tutti i colpi, messi a segno anche a San Giovanni al Natisone, Tarcento, e Cividale, attraverso una serie di collaboratori occasionali che intascavano una percentuale sulla spendita di banconote false, (fra i quali anche una giovane donna con la figlia di sei anni) era una Fiat Panda rossa utilizzata da chi effettuava i colpi.

La panda rossa

A partire da quell’utilitaria sono scattate le indagini che hanno portato i militari della Compagnia di Cividale a smantellare la banda. Da qui si è scoperta una più vasta attività illecita che si estendeva alle truffe alle assicurazioni, organizzata con la complicità di due autofficine udinesi sulle quali la Procura della Repubblica ha avviato ulteriori indagini.

Falsi incidenti

In pratica i componenti della banda simulavano falsi incidenti stradali con auto lussuose come Maserati e Bmw e riscuotevano i risarcimenti dalle assicurazioni. Acquistavano auto lussuose che intestavano ad alcuni prestanome, quindi, aiutati da una carrozzeria compiacente, sostituivano le parti non danneggiate delle vetture con altre già incidentate, simulavano incidenti con o senza feriti e denunciavano il sinistro alle compagnie assicurative come Generali, Toro, Genertel e Augusta, per poi sostituire nuovamente i pezzi. Una volta incassati i premi dalle assicurazioni, investivano il denaro per l’acquisto di nuove auto. Cinque i casi denunciati per un valore approssimativo di 30 mila euro, ma le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Annunziata Puglia, potrebbero far emergere un affare di ben più vaste proporzioni.

Alle altre attività vanno aggiunti i pestaggi e le minacce che “la Banda degli onesti” avrebbe messo in pratica ai danni di uno degli indagati per impedirgli di riferire agli inquirenti dettagli circa i responsabili e le modalità della spendita di soldi falsi.

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