Sanità in Fvg: Aziende commissariate a gennaio

Il varo della controriforma. Cancellato l’Egas, stralciata per ora la norma che aumenta gli stipendi dei manager

UDINE. Tre Aziende con la salvaguardia dell’autonomia di Cro e Buro Garofolo. Altrettanti commissari in azione dal 1º gennaio su quelle attualmente esistenti – tranne a Pordenone –, nuovi enti in vigore dall’inizio del 2020 e, almeno per il momento, lo stralcio del comma che consentiva alla giunta regionale di sforare il tetto massimo di stipendio previsto dalla legge per attrarre in Fvg i migliori manager sanitari.

La controriforma del sistema salute, dunque, è pronta e Riccardo Riccardi porterà, oggi, il testo in giunta per l’approvazione da parte dell’esecutivo.

Entro 15 mesi la geografia sanitaria del Fvg cambierà fisionomia e diciture. Il 1º gennaio 2020, infatti, la regione sarà divisa in Azienda sanitaria Friuli Occidentale (Asfo), Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina (Asugi) e Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale (Asufc) oltre al Burlo Garofolo di Trieste e al Cro di Aviano. Confermata, inoltre, la nascita dell’Azienda zero che, ufficialmente, prenderà il nome di Azienda regionale di coordinamento per la salute (Arcs).

Come più volte spiegato sia da Riccardi sia da Massimiliano Fedriga la nuova Arcs – che ingloberà le intere funzioni dell’Egas – avrà il dovere, ritenuto essenziale, di sgravare le Aziende “classiche” di diversi compiti. Non soltanto, nel dettaglio, si occuperà della gestione degli acquisti centralizzati di beni e servizi per il sistema sanitario e la Direzione centrale, ma, a titolo esemplificativo, dovrà pure prendersi cura delle funzioni amministrative e logistiche, di programmazione attuativa, controllo di gestione e governo clinico, coordinamento delle azioni di prevenzione collettiva e di veterinaria, definizione del nuovo sistema informativo e delle attività di monitoraggio e vigilanza sugli enti.

Dopo le polemiche, per la verità più acute dalle parti della Venezia Giulia rispetto a quanto registrato in Friuli, per la disdetta del Protocollo d’intesa tra Regione e università di Udine e Trieste, Riccardi conferma come il coordinamento sanitario delle funzioni di Aziende e Atenei verrà stabilito, come previsto da legge nazionale, attraverso un nuovo, apposito, accordo trasversale, ma quanto ai tempi, almeno a oggi, non si espone.

La norma prevede un sistema di assistenza ospedaliera organizzato secondo il sistema di “Hub & Spoke” e seguendo il principio delle reti cliniche.

L’attività dei presidi ospedalieri Hub è integrata e coordinata con l’attività dei presidi ospedalieri Spoke. I presidi, sia Hub che Spoke, sono dotati di autonomia organizzativa, gestionale e contabile, con proprio dirigente amministrativo e medico di presidio e sono organizzati in centri di costo e di responsabilità, nell’ambito di quanto definito nell’atto aziendale.

Le strutture aziendali, inoltre, contribuiscono, assieme a Cro e Burlo, alla realizzazione delle reti cliniche che costituiscono il modello organizzativo per assicurare la presa in carico del paziente e la continuità assistenziale. Le reti cliniche, poi, articolano e integrano l’assistenza ospedaliera e quella territoriale.

Tranne a Pordenone, dove nei fatti non cambierà praticamente nulla, il 31 dicembre di quest’anno decadranno gli incarichi di direttore generale, amministrativo, sanitario e dei servizi sociosanitari di Egas e delle altre Aziende. Il giorno successivo, poi, entreranno in azione i commissari dell’Arcs, quello unico per Trieste e l’attuale Bassa Friulana-Isontina (Aas 2) e quello che unirà Udine con la Alto Friuli-Collinare-Medio Friuli (Aas 3).

I commissari, coadiuvati per ciascuna azienda da tre vicecommissari, dovranno portare alla nascita (il 1º gennaio 2020) dei nuovi enti. L’Azienda Friuli Centrale ingloberà l’attuale Aas 3 e l’area degli ospedali di Latisana e Palmanova. La nascente Giuliano Isontina, invece, l’attuale parte di Aas 2 che ruota attorno agli ospedali di Gorizia e Monfalcone.

Non dovrebbe essere presente infine, al netto di sorprese, nel disegno di legge che oggi arriva in giunta, la parte legata al possibile aumento del trattamento economico riservato ai vertici del sistema sanitario regionale. Al momento, infatti, la giunta pare aver scelto di prendere tempo, ma certamente questo non significa che l’opzione sia tramontata definitivamente. Da qui all’approvazione in Consiglio, infatti, il percorso della norma è lungo, articolato e sempre passibile di emendamenti. Giuntali o d’Aula. —


 

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