San Rocco, salto di qualità con i nuovi alloggi-Ater

Fa pensare a un peridodo di rinascita per una parte scarsamente valorizzata del centro cittadino, la consegna dei 39 alloggi dell’Ater in via Vittorio Veneto. Da ieri infatti, dopo l’atteso taglio del nastro, è approdato a una nuova vita l’ex palazzo dell’Inam che da oltre un decennio era in stato di abbandono prima dei lavori di restauro. Oggi, dopo 3 anni di lavori e 7 milioni di euro spesi (5 milioni 424 mila 903,54 euro di fondi regionali e un milione 575 mila 96,46 a carico dell’Ater) - compreso il costo dell’immobile - l’edificio contribuirà non solo a sanare la piaga dell’emergenza abitativa ma anche a rivitalizzare il quartiere San Rocco che a breve oggetto di una corposa riqualificazione a suon di progetti europei.
Di tutto questo dovrebbero beneficiare anche le poche attività commerciali rimaste, oltre che gli abitanti della zona. Per il momento, il palcoscenico è tutto per la grande opera dell’Ater, l’ente che ieri ha consegnato le chiavi a 20 destinatari degli appartamenti in via Vittorio Veneto 24. Per gli altri 19 sarà questione di giorni.
Si tratta di unità abitative che corrispondono ai nuovi standard di risparmio energetico, moderne quanto essenziali, complessivamente piuttosto curate. Non a caso, l’Ater considera il risultato finale uno dei propri gioielli, oltre che uno dei più corposi interventi effettuati a Gorizia.
Sette dei 20 appartamenti sono destinati a stranieri, mentre i rimanenti nei rimanenti sette alloggeranno prevalentemente cittadini goriziani: i bandi, infatti, non si rivolgono solo a questi ultimi ma anche a chi lavora in un determinato comune e ai beneficiari della legge 104, che provengono da altri Paesi.
Il taglio del nastro, benedetto dal parroco di quartiere, don Ruggero Dipiazza, è stato accompagnato dalle riflessioni di numerose autorità, tra le quali l’assessore regionale ai Lavori pubblici Mariagrazia Santoro, il consigliere regionale Rodolfo Ziberna, il sindaco Ettore Romoli, l’assessore comunale al Welfare Silvana Romano, i sindaci di Staranzano e San Canzian e, naturalmente, i vertici di Ater, tra cui l’amministratore unico di Gorizia Angela Caldarera e il direttore della sezione goriziana Domenico Degano.
«Oggi restituiamo al centro storico un patrimonio comune che rivitalizza un intero quartiere in un’area importante della città. È un intervento - ha dichiarato l’assessore Santoro - a cui seguiranno altre iniziative simili: lo sblocco dei fondi ex Ges.Ca.l. (Gestione case lavoratori) e la riapertura del contratto di quartiere di Campagnuzza sono elementi che costituiranno per Gorizia il motore dell’edilizia pubblica locale».
Sia l’assessore, sia don Ruggero hanno fatto poi riferimento alla necessità di sbloccare gli alloggi sfitti in tutta la provincia e di mettere in moto i progetti dell’Ater già avviati.
Guardando all’operazione nel dettaglio, il complesso di via Vittorio Veneto è frutto del recupero di un edificio realizzato negli anni ’60 su progetto dello studio Calini Montuori di Roma, già progettisti dell’androne e salone biglietteria della Stazione Termini nella Capitale. L’edificio, sede degli ambulatori e degli uffici direzionali dell'Ass 2 fino al finire degli anni '90, era stato ceduto all'Ater nel 2002. L’opera di restauro, cominciata nel 2011, ha conservato le qualità architettoniche originali del progetto, migliorandolo con pannelli solari, un cappotto interno isolante e precauzioni antisismiche.
Emanuela Masseria
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