San Giovanni, lotta al lavoro nero: dipendenti cinesi ai raggi X

La polizia ha fatto scattare il primo di una serie di controlli mirati. In corso le verifiche sulla posizione dei venti lavoratori di una tappezzeria

SAN GIOVANNI. La polizia dichiara guerra al lavoro nero. E' infatti scattato il primo di una serie di controlli mirati che vedrà impegnati gli agenti dell’Amministrativa insieme agli ispettori dell’Inps e alla polizia municipale.

L’obiettivo della Questura è quello di ottenere una sorta di screening del mondo del lavoro analizzando diversi aspetti legati al rispetto delle norme sulla sicurezza e alla tutela dei dipendenti. Un’analisi a 360 gradi che per la prima volta vede impegnati tutti gli attori chiamati a vigilare.

I controlli hanno interessato una tappezzeria cinesi con 20 dipendenti tutti di origine straniera. «Unendo le forze - ha spiegato il primo dirigente Graziella Colasanto che ha coordinato l’attività - contiamo di ridurre i tempi delle verifiche ampliando nel contempo il numero dei controlli che saranno anche più approfonditi.

In Questura confluiscono infatti i dati a disposizione di tutti gli attori coinvolti nella vigilanza. Con i fondi messi a disposizione dalla Regione è sorto un gruppo di lavoro che ci consentirà di valutare non solo la posizione lavorativa e contributiva dei dipendenti, ma anche per esempio la regolarità del loro permesso di soggiorno se si tratta di stranieri extra Ue, o il rispetto della normativa edilizia e delle norme sulla sicurezza».

Il primo blitz è scattato in mattinata. Gli agenti hanno acquisito parte della documentazione relativa ai venti dipendenti dell’opificio dove gli operai, quasi tutti di nazionalità cinese, curano il rivestimento delle sedie con tessuto. Solo nei prossimi giorni sarà possibile sapere se sono emerse irregolarità e di che natura.

Gli imprenditori, anche loro di nazionalità cinese, hanno chiesto tempo per poter presentare tutta la documentazione. L’azienda era già stata controllata lo scorso anno.

«Ci sono tante sfaccettature da prendere in considerazione - sottolinea la Colasanto -. Solitamente non troviamo lavoratori completamente “in nero” ma a volte ci sono persone che vengono assunte ma per le quali il datore di lavoro non versa i contributi, oppure lavoratori che vengono impiegati per molte più ore di quelle previste dal contratto».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:lavoro nero

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto