San Giovanni di Livenza: la Pro rischia di spaccarsi

Il presidente Perin (in carica da 27 anni): basta guerre contro di me o me ne vado «Un socio da due anni ostacola la vita dell’associazione, a questo punto o lui o io»
Di Chiara Benotti

SACILE. Panevin “bollente” a San Giovanni di Livenza: ieri sera fiamme accese sulla pira 2016 e nella Pro loco. Dove una “guerra” intestina si consuma a fuoco lento da 24 mesi e dove le urne sul rinnovo del direttivo si apriranno l’11 gennaio. Votazioni con nervi tesi: 15 consiglieri da eleggere e il dubbio è uno.

Il presidente uscente Adriano Perin rinnoverà la sua candidatura o no? Rinuncerà al mandato (il toto-elezioni lo dà vincente tra 160 associati all’appello di voto) dopo 27 anni di presidenza ininterrotta?

«Patti chiari, amicizia lunga». Perin non le ha mandate a dire, ieri sera, davanti al rogo del panevin, di fronte alla sede Pro. «Non accetterò il rinnovo della carica di presidente dopo 27 anni nella Pro se non sarà garantita l’armonia tra i nuovi consiglieri – annuncia –. Ogni seduta, negli ultimi 24 mesi, è stata una guerra a colpi di polemiche: qualcuno ha sempre cercato di ostacolare le decisioni della maggioranza. Questa non è la filosofia delle Pro loco, dove il volontariato va in una direzione unitaria, per il bene della collettività».

Perin è un punto di riferimento nella frazione che conta circa mille residenti. «Ci mettiamo il cuore – ha detto il presidente Pro – nei progetti solidali. Cerchiamo di rispondere ai bisogni della nostra gente. Ma non voglio che la politica entri nella Pro: c’è qualcuno che ha tentato di farlo». Qualcuno che si è ricandidato: altri tre anni di slalom tra liti e facce scuere? «Non ne voglio sapere di altri conflitti e amarezze – ha tagliato corto Perin, che ha anche il record di 40 di presidenza nel motoclub –. Chi ha orecchie per intendere cerchi una soluzione».

«Panevin con misure standard per non inquinare troppo». Perin porterà la proposta in municipio. «Misure corte con 5 metri di altezza per il rogo 2017 – ha detto il presidente – e altrettanti di circonferenza per la catasta da ardere». Fiamme, pinza, muset e vin brulé intorno al fuoco per tenere alta la tradizione. «Salviamo le tradizioni e le sagre con la deroga all’una di notte del limite orario della musica». Le manifestazioni popolari sono un bene collettivo e anche la movida “in deroga” è una priorità a Sacile e dintorni: le feste sono sotto tutela. Ma chi protesta e rivendica il diritto al silenzio dopo le 22 a Sacile? «Chi protesta non ha mai partecipato, forse – scherza Perin –. Il vicesindaco Vannia Gava e il primo cittadino Roberto Ceraolo ci ascoltano e hanno concesso la deroga notturna alle tradizioni».

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