San Giorgio riscopre villa Foghini, il gioiello firmato Gino Valle

SAN GIORGIO DI NOGARO. Villa Foghini: una “perla” dell’architettura giovanile di Gino e Nanni Valle. Se ne è parlato al convegno “Gino e Nanni Valle a San Giorgio di Nogaro, inserito all’interno della manifestazione Villa Dora.Jepg nell’evento del Festival Internazionale di Jazz e Poesia, che ha visto la partecipazione di Ferruccio Lupi, conservatore della Fondazione Portalupi, intervenuto su “Gli anni d’oro. Una nuova generazione di architetti nel Friuli del dopoguerra”, e Luka Skansi, ricercatore dell’Università di Rjieka che ha parlato de “L’architettura dei giovani Valle. Dalla bottega di Provino agli Stati Uniti”.
Inedita, giovanile, urbana. Gino Valle progetta Villa Foghini a San Giorgio di Nogaro all’età di 28 anni. Ma non è lui a completare il progetto lasciandone la direzione a Nanni Valle. La Villa viene progettata nel 1952 su desiderio di Domenico Foghini che ne voleva fare un luogo da abitare capace di dimostrare la propria tempra e una filosofia personale.
La storia raccolta da Patrizia Comuzzi alcuni anni fa, racconta che nei ricordi di Gino Valle c’è la sensazione di essere stato scelto dal committente dopo una lunga ricerca e con una forte consapevolezza. Foghini non voleva una casa progettata da un grosso architetto che ne garantisse l’ottima riuscita, ma una casa progettata da quell’architetto che aveva quello stile e quel pensiero.
Riteneva che Valle fosse capace di dare forma alle sue idee, alle volte confuse e non facilmente concretizzabili in una linea a disegno.
Nonostante le difficoltà l’architetto ricordava casa Foghini come il primo progetto “libero”, cioè un lavoro dove poter realmente creare in uno spazio sufficientemente esteso.
Lo rivedeva come un progetto maturo, senza grossi errori, ma contemporaneamente come un’opera giovanile in cui si notano sovrapposizioni e imitazioni. Gino Valle non riuscì a seguire il cantiere impegnato in America e passo la direzione dei lavori alla sorella, ma neppure lei li portò a termine a causa di incomprensioni con il proprietario. Fu Foghini a portarla a compimento e lo fece rispettando il progetto originario di Gino Valle.
Non tutti a San Giorgio erano entusiasti di quella costruzione, unica nel suo genere insediata in una via prettamente in stile Liberty, e soprattutto non lo era il precedente proprietario del terreno: il farmacista Jacopo Facini, la cui proprietà confinava con il nuovo edificio.
Lo considerava un’offesa alla terra appartenuta per tanti anni alla sua famiglia. Cercò un espediente per annullare la vista di quella “casa” vedendo un terreno intermedio nella speranza che i nuovi proprietari vi realizzassero un edificio in grado di creare una barriera tra lui e Villa Foghini.
Un’opera unica. L’interno della villa, suddivisa in due piani, ha una divisione netta tra la zona giorno e la zona notte alla quale è collegata da due scale, una di rappresentanza e una di servizio. C’è una grande privacy: i componenti della famiglia possono permanere in casa per una intera giornata senza mai incontrarsi.
E’ dotata di ben 52 porte che permettono una deambulazione servita da corridoi in modo da non interferire con passaggi in stanze intermedie al tragitto. Ogni camera da letto è corredata da un piccolo bagno; ogni stanza è curata nei minimi dettagli tanto che ogni angolo è fine a se stesso e completo anche senza arredamento.
La distribuzione interna degli spazi può variare aprendo o chiudendo porte di vetro a scomparsa. E’ dotata di 40 finestre, ognuna delle quali possiede un serramento unico, studiato dall’architetto.
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