San Giorgio, addio a Paolino Manzan: dedicò la vita alla politica e al sociale

Aveva 86 anni, ex dirigente di banca, esponente della Dc, sedette più volte in Consiglio comunale. «Un uomo di famiglia, generoso e idealista, sapeva mediare, si è impegnato anche in parrocchia»

SAN GIORGIO DI NOGARO. È morto mercoledì sera all’ospedale di Latisana, all’età di 86 anni, Paolino Manzan, più volte consigliere comunale di San Giorgio di Nogaro, nonchè uomo di spicco della Democrazia Cristiana e persona fortemente impegnata nel sociale.

Lascia la moglie Ada, maestra elementare e i figli Marco, docente all’Università di Trieste e Caterina, fisioterapista. I funerali si celebreranno domani alle 15.30 in Duomo a San Giorgio di Nogaro; questa sera alle 18 ci sarà la recita del rosario, sempre in Duomo.

A ricordare questa significativa figura della comunità sangiorgina è il vicepresidente del Consiglio regionale, Paride Cargnelutti, che a lui era legato da profonda stima e con il quale aveva militato nella Democrazia Cristiana negli anni giovanili. «La notizia della scomparsa di Paolino Manzan lascia un vuoto incolmabile in tutti quelli che lo hanno conosciuto e frequentato. La sua è stata una vita dedicata alla famiglia, al lavoro e al volontariato solidale».

Cargnelutti sottolinea come da dirigente della Banca Cattolica del Veneto sia stato il punto di riferimento dei tanti direttori di filiale che si sono susseguiti «perché la profonda conoscenza della comunità locale gli ha consentito di dispensare consigli preziosi per gli utenti e per la banca stessa».

Evidenzia anche come il suo impegno si sia sviluppato in parrocchia e in particolare nella scuola materna Maria Bambina dove da contabile ha portato avanti con equilibrio le ragioni di una istituzione benemerita riconosciuta da tutta la popolazione. E’ stato a lungo segretario della sezione locale della Democrazia Cristiana ed è stato eletto più volte consigliere comunale

«Ricordo di lui le capacità amministrative – dichiara –, l’ispirazione ideale, la determinazione fondata su solidi principi, derivanti dallo studio della dottrina sociale della chiesa. Generoso e schivo, non ha mai chiesto cariche per sé, ma era sempre interessato al bene comune. Dotato di rara umiltà, ha privilegiato il dialogo e la mediazione alla contrapposizione personale.

E’ stato un maestro nel lavoro e nelle molteplici attività che svolgeva e il suo esempio ha ispirato generazioni di amici che poi hanno continuato la sua testimonianza. Paolino – conclude Cargnelutti – si ispirava a nobili ideali che poi attuava nell’attività della Democrazia Cristiana, un partito del quale oggi si sente la mancanza per la formazione delle classi dirigenti, per la capacità di mediazione e l’interpretazione degli interessi individuali e collettivi della società».

A chi lo ha incontrato una ventina di giorni fa, Paolino aveva manifestato la sua serenità di fronte alla malattia e alle conseguenze che questa avrebbe potuto portare, rivelando ancora una volta lo spessore di un uomo non comune.

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