San Daniele, Casasola si scusa con i dipendenti comunali

SAN DANIELE. «Non voglio aggravare l’incidente con analisi ulteriori e ti chiedo, a mio nome, di porgere a tutti quei dipendenti che giornalmente adempiono al proprio dovere le mie sentite scuse per...

SAN DANIELE. «Non voglio aggravare l’incidente con analisi ulteriori e ti chiedo, a mio nome, di porgere a tutti quei dipendenti che giornalmente adempiono al proprio dovere le mie sentite scuse per ogni ipotesi di critica generalizzata che le mie espressioni possono avere involontariamente generato. Confido inoltre che la presente possa anche contribuire a porre fine alla strumentalizzazione politica in atto». Si chiude così la lettera che l’assessore leghista Alessandro Casasola ha inviato ieri al sindaco Emilio Iob per gettare acqua sul fuoco della polemica divampata in municipio tra i dipendenti all’indomani delle dichiarazioni rilasciate da Casasola sul volantino che, trovato appeso alla bacheca sindacale dell’ente, ironizzava sulla «disperata» condizione del personale in forze a villa Serravallo.

«Preciso subito che non era mia intenzione riferirmi indistintamente ai dipendenti comunali, né valutare il loro operato professionale» esordisce Casasola nella missiva riferendosi agli appellativi scelti giorni addietro per etichettare l’autore anonimo del volantino. Appellativi come «fannullone» e come «parassiti» che hanno offeso il personale, spingendolo a pretendere dal sindaco le scuse del collega di giunta. «La mia reazione - spiega ancora Casasola - era relativa al solo contenuto dello sconveniente volantino che dava del luogo di lavoro un’interpretazione penitenziale non verosimile rispetto all’ambiente sandanielese, né consona al contesto socio-economico che stiamo attraversando con sofferenza e tanti disagi. L’indelicatezza del burlone di turno non può - specie di questi tempi - permettersi di svalorizzare in alcun modo l’istituzione e, con essa, il lavoro di tutti i colleghi e degli amministratori. Pur riconoscendo che l’uso del termine “parassiti” è esagerato, anche se riferito allo specifico poco edificante, resto convinto che con certi argomenti l’ironia contigua alla blasfemia costituisca un profilo di assoluta inopportunità».

Maura Delle Case

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