Safilo, presidio permanentedei dipendenti a Precenicco

UDINE.
Si sentono a pieno diritto ancora dipendenti Safilo. E per questo non vogliono smettere di lottare. Una lotta che il Comitato di presidio di Precenicco, un gruppo spontaneo e autorganizzato di lavoratori e cassaintegrati della fabbrica di occhiali, vuole condurre attraverso una serie di incontri informativi che non facciano spegnere i riflettori sul caso Safilo. Il primo dei quali si è svolto ieri pomeriggio nella sala del centro civico di Precenicco alla presenza di Luigi Oddo rappresentante Uil.


L’intenzione del comitato è dunque quella di continuare la protesta e far sentire la propria voce in particolare al mondo delle istituzioni e della politica, anche a livello nazionale. «Il nostro obiettivo ultimo è quello di riconquistare il posto di lavoro – ha spiegato Gianni Sciarappa, uno dei portavoce del gruppo di presidio –. Noi d’ora in avanti ci incontreremo ogni settimana per discutere su alcuni punti sui quali non abbiamo mai avuto chiarezza come i lavori socialmente utili o i corsi di formazione che dovrebbero essere mirati e specifici al fine di ottenere subito un posto di lavoro e non generici, cercando di coinvolgere in queste nostre attività non solo i sindacati ma anche le istituzioni».


Protesta che dunque va avanti attraverso diverse iniziative quali l’organizzazione di incontri di informazione, l’allestimento di un banco alimentare e attività di volantinaggio per coinvolgere altri dipendenti ed ex dipendenti.


Molte sono state le domande rivolte dalla platea riguardanti l’attuale situazione del Gruppo Safilo. Al momento pare che comunque non ci sia alcuna novità. «Allo stato attuale tutto è fermo – ha spiegato Oddo – non vi sono degli sviluppi importanti soprattutto a livello di interessamento da parte di banche o imprenditori per introdurre eventualmente anche una produzione diversa rispetto a quella degli occhiali compatibile con lo spazio di Precenicco».


Al centro dell’attenzione poi di nuovo il problema della delocalizzazione e del Made in Italy per il quale, è stato affermato da più voci, sarebbe necessario un intervento concreto delle istituzioni che garantisse un effettivo controllo sulle aziende.


Viviana Zamarian

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