Sabato a Noventa Vicentina l’ultimo saluto a Mario Pantanali

Pozzuolo in lutto per il podista morto sul Cuarnan. Il padre: «In bici o a piedi, lo sport era la sua passione»
Di Paola Beltrame

POZZUOLO. A Pozzuolo lunedì 16 maggio al rosario per Mario Pantanali c’era tantissima gente. Amici del 43enne colpito a morte da un fulmine sul monte Cuarnan, che ha abitato in paese fino a 20 anni, e della sua famiglia che ancora vi risiede. Tanti hanno voluto abbracciare, unendosi nella preghiera corale, il padre Umberto, autista di scuolabus per 24 anni nelle scuole locali, e la madre Adelma Marangoni (originaria di Santa Maria di Sclaunicco), la sorella Flavia, maggiore di lui di 10 anni, infermiera caposala al Santa Maria della Misericordia e residente pure lei a Pozzuolo oltre agli altri parenti affranti dalla disgrazia. Cordoglio esteso anche alla famigliola che Mario aveva formato a Noventa Vicentina, la moglie Chiara e la figlioletta di 6 anni. Saranno in molti anche per l’ultimo addio, sabato 21 maggio nella stessa località, partendo dalla cella mortuaria di Tarcento, dove la salma è stata composta dopo il recupero sul sentiero dove si svolgeva la gara di corsa.

«Non auguro ad alcuno al mondo di provare il dolore che ci è toccato»: straziato dal dispiacere ma coraggioso nell’affrontarlo, è il papà “Berto” a dire queste parole. Non un’imprudenza e neppure un incidente: è stata una fatalità imprevedibile a portar via Mario, un fulmine quasi a ciel sereno che lo ha straziato gettandolo a quindici metri dal percorso. Un figlio bravo, una buona persona, capace professionalmente, affettuoso. Era stato, riferisce Umberto, 20 giorni prima a Pozzuolo a trovarli.

Continua il papà: «I suoi insegnanti alle elementari e alle medie, a Pozzuolo, non hanno avuto mai nulla da rimproverargli. Aveva poi frequentato il Malignani: era di poche parole, come sottolineava spesso l’assistente compaesano Luciano Duca, ma il suo percorso regolare lo ha fatto fino al diploma. Poi, siccome per ingegneria elettronica a Udine c’era solo il biennio, abbiamo deciso che si iscrivesse direttamente a Padova. Dove poi è rimasto, tranne un breve periodo di insegnamento a Latisana. Dopo la laurea, ha infatti trovato subito lavoro in un’azienda di Noventa Padovana, di cui era dipendente tuttora. Nel frattempo si è sposato e ha preso casa a Noventa Vicentina».

Mario amava lo sport e la natura. «In bici o a piedi, il tempo libero lo dedicava così – spiega il padre -. E in Friuli veniva spesso per escursioni impegnative. Così come domenica. Doveva rientrare per le 14, ma la moglie non sentendolo rispondere al telefono da ore ha dato l’allarme facendo scattare le ricerche alle 17. E’ andata anche mia figlia Flavia a cercarlo. E’ rientrata a Pozzuolo alle 23. Non ha voluto farci passare una notte come quella che ha passato lei, della disgrazia ci ha detto lunedì mattina».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto