«Ruotolo sa di essere l’assassino»

«Giosuè si dichiara innocente, è quello che dice sempre. Ma in quelle poche parole che ha pronunciato, ha detto solo bugie. Una persona innocente e giovane come lui dovrebbe gridare notte e giorno, se fosse ingiustamente incastrato. Ma lui non lo fa. Non ha la forza di gridare, perché sa quello che ha fatto. Quindi dichiara in partenza che è un assassino e che è colpevole».
Il sorriso mite di Rosario Costanza, papà di Teresa, si indurisce sul volto abbronzato, mentre sta per fare il suo ingresso in tribunale a Udine, accompagnato dai legali Carla Sgarito e Giacomo Triolo.
Anche ieri il padre di Teresa ha rivisto Ruotolo. «Non si può assolutamente definire questa mia nuova vita». Eppure non c’è spazio per la rassegnazione. Nel dolore traspare la grinta dell’imprenditore siciliano, così somigliante alla sua figlia prediletta. In Teresa si rivedeva. Carisma ed energia allo stato puro.
«Avevamo un rapporto bellissimo – ricorda Rosario Costanza –. Ci sentivamo sempre al telefono, discutevamo, scherzavamo eravamo complici in tutto. Mi manca di lei tutto, la sua presenza».
L’assassinio dei ragazzi è stato il male più grande per papà Costanza. Sulla battaglia legale che si sta combattendo in aula, l’imprenditore edile rivela di non essere meravigliato: «Capisco che devono arrampicarsi sugli specchi per trovare qualcosa a loro favore».
Confessa la sofferenza infinita di non poter assistere al processo, il dolore che sale ogni volta che arriva a Udine, il ricordo di sua figlia che costituisce sempre nel cuore. Finché i familiari delle vittime non avranno reso testimonianza, non potranno assistere alle udienze. La deposizione di Rosario e Carmelina Costanza è slittata. Lunedì sarà ascoltata invece la madre di Trifone Ragone, Eleonora Ferrante. Per la medesima udienza sono stati convocati anche Andrea Capuani, indagato per false informazioni ai pm e quattro marescialli dei carabinieri (Gaetano Scola e Enrico Genovese approfondiranno la questione telecamere, Michele Bianchet e Paolo Lodesani i rilievi sulla scena del crimine).
«Se Teresa fosse qui ora – aggiunge Rosario – ci darebbe la carica, era una ragazza molto positiva, non si fermava mai: mi direbbe di stare tranquillo. Questo pensiero ci dà oggi la forza di andare avanti. Noi non ci fermeremo mai finché Ruotolo non avrà la pena che noi speriamo venga comminata grazie ai giudici e ai nostri avvocati».
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