Rubano gioielli ai genitori per capriccio

di Anna Rosso
Un paio di scarpe da ginnastica di tendenza. Un Iphone. Una serata di divertimento con gli amici. Sono alcuni dei motivi per i quali alcuni adolescenti friulani non esitano a rubare gli ori e i gioielli dei loro genitori.
Secondo quanto hanno scoperto i carabinieri di Udine nelle ultime tre settimane, in almeno una dozzina di casi i minorenni avrebbero consegnato gli oggetti di valore ad amici poco più che maggiorenni i quali, poi, si sono recati in negozi “Compro oro” per venderli e ottenere così denaro da spendere per soddisfare i capricci più diversi. Se non addirittura per finanziare l’acquisto di sostanze stupefacenti.
Ma come lo hanno scoperto gli investigatori dell’Arma? Sono partiti dall’analisi dei registri delle 16 società che, in provincia, si dedicano al ritiro di oro usato e pagano il cliente in contanti.
«Si tratta di un tipo di attività - ha sottolineato il capitano Fabio Pasquariello, comandante del Nucleo operativo di Udine - in forte espansione in questo momento. In Friuli questi negozi si concentrano soprattutto nel capoluogo, ma stanno spuntando come funghi anche nella Bassa e nell’area montana». Vanno poi considerate anche tutte quelle realtà presenti su Internet che, su richiesta, inviano propri agenti “a domicilio” per la valutazione dei monili.
I militari, durante i controlli, si sono concentrati sui registri. Gli esercenti, infatti, sono tenuti a compilare il “Libro delle antichità, preziosi e beni usati” (che viene vidimato dalla Questura), su cui annotano la merce acquistata e l’identità del venditore, da accertare attraverso un documento. I preziosi poi devono essere tenuti a disposizione delle forze dell’ordine per almeno 10 giorni per eventuali verifiche perché potrebbe trattarsi appunto di gioielli rubati. E’ in questi documenti, dunque, che gli investigatori di viale Trieste hanno notato la strana ricorrenza di alcuni nomi di ragazzi incensurati con meno di ventuno anni. Approfondendo i singoli casi, poi, hanno scoperto che quei giovani si erano disfatti nei “Compro oro” di beni che erano stati consegnati loro da minorenni. Immediatamente, i Cc hanno cominciato a contattare i genitori per capire se erano a conoscenza della vendita dei preziosi di famiglia. Quasi sempre hanno trovato mamme e papà che “cascavano dalle nuvole” e che non sapevano che fine avevano fatto i loro ori, alle volte anche ricordi importanti di nonni e persone care.
«In questi giorni - ha sottolineato ancora il capitano Pasquariello - stiamo sentendo tutte le famiglie interessate per capire se questi gesti, per caso, nascondono situazioni di disagio più profondo del minorenne o dell’intero nucleo».
Sempre nei registri di alcuni “Compro oro” i carabinieri hanno individuato anche nomi e cognomi di persone già conosciute alle forze dell’ordine per i loro precedenti relativi a reati contro il patrimonio. Su questi individui, naturalmente, l’attenzione degli investigatori sarà massima proprio per evitare che i gioielli venduti ai “Compro oro” provengano da attività illecite. Soprattutto dagli scippi e dai furti in casa. In altre zone d’Italia, infatti, chi strappa una collanina o riesce a far sparire un orologio d’oro da un appartamento, pochi minuti dopo, si reca in uno di questi punti e se ne disfa, assicurandosi così un bottino in contanti.
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