Ruba scarti di rame dall’azienda dove lavora: furto da 2mila euro a Magnano in Riviera

È successo alla Co.me.fri: l’uomo ha agito più volte, asportando materiale per migliaia di euro

MAGNANO IN RIVIERA. Rubava dall’azienda di cui è dipendente scarti di rame, che l’impresa vendeva regolarmente. Una, due, dieci volte, per mesi. Finché i proprietari della ditta, accortisi dei furti reiterati, hanno chiesto l’intervento dei carabinieri della stazione di Tarcento.

Che nei giorni scorsi hanno installato una telecamera nascosta, servita a immortalare il dipendente infedele mentre metteva a segno l’ennesimo colpo: le immagini registrate mostrano chiaramente l’uomo mentre carica su un carrello prima e sulla sua auto poi il materiale di risulta. Che, piazzato sul mercato, poteva fruttare fino a 1.500-2 mila euro.

È accaduto a Magnano in Riviera, alla Co.me.fri., azienda specializzata nella produzione di impianti di ventilazione ed aerazione. Autore dei furti, secondo gli inquirenti, è Lorenzo Copetti, cinquantatreenne di Buja: è stato arrestato per furto aggravato.

Nei primi giorni di gennaio, i proprietari della ditta hanno denunciato che con cadenza mensile sparivano metodicamente dal reparto dei semilavorati di rame, in gergo chiamati “sfridi”, che l’impresa vende come rottame e che venivano stoccati in un magazzino adiacente. Il valore del rame sul mercato, secondo quanto ricostruito dai carabinieri della Compagnia di Cividale, è di circa 5.500-7 mila euro alla tonnellata.

Le indagini si sono concentrate su una decina di ammanchi - per un valore complessivo di circa 2 mila euro - per i quali sono emerse le responsabilità di un dipendente. Potendo muoversi liberamente all’interno dell’azienda e per non farsi scoprire, Copetti aveva sottratto in più occasioni, in maniera sistematica, modeste quantità di rame. I carabinieri hanno, quindi, installato una telecamera che ha ripreso l’uomo mentre portava a termine l’ennesima incursione.

Nel pomeriggio di giovedì il dipendente ha terminato il proprio turno, ma in tarda serata era nuovamente all’interno dello stabilimento intento a svuotare il secchio dei derivati - circa mezzo quintale - in un grosso cartone, caricato poi su un carrello normalmente utilizzato per il trasbordo della merce all’interno del capannone.

In poco più di cinque minuti l’uomo ha fatto in tempo a caricare il rame sul carrello e da lì nel bagagliaio della sua automobile. All’esterno dello stabilimento, però, ha trovato ad attenderlo i militari dell’Arma, che l’hanno arrestato per furto, mettendo fine alla razzia di “sfridi”.

Il dipendente, su disposizione dell’autorità aiudiziaria, è stato accompagnato nella sua abitazione in attesa del rito per direttissima che si è concluso nella mattinata di venerdì con la convalida dell’arresto. Sono in corso ulteriori indagini per accertare se il dipendente abbia agito da solo: ancora, peraltro, non è stato individuato tutto il materiale portato via dallo stabilimento. L’uomo, attraverso il suo avvocato difensore, ha spiegato agli inquirenti di voler rifondere il danno prodotto all’azienda.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto