Ruba pane, wurstel e tè: condannato per rapina
Vistosi scoperto, il giovane aveva minacciato di morte la guardia giurata. Il 25enne dovrà scontare un anno in carcere in quanto non dispone di una casa

CASARSA. È stato condannato ad un anno di reclusione per rapina impropria il 25enne ghanese Dennis Atta Awuah che alcuni mesi fa aveva rubato per fame dei wurstel e del pane.
Lo scorso 15 luglio il ragazzo, senza fissa dimora e disoccupato, aveva sottratto dei generi alimentari di prima necessità dal supermercato In’s di Casarsa, la cittadina nella quale ha abitato a lungo. L’extracomunitario si era messo in tasca alcune confezioni di wurstel, una bottiglia di tè, una baguette e delle fette biscottate. Scoperto dalla guardia giurata del negozio, Atta era fuggito minacciando di morte il vigilante. Se si fosse limitato a sottrarre i beni, tutto si sarebbe probabilmente concluso lì, senza alcuno strascico penale. Ma l’aver usato la minaccia nei confronti dell’agente ha fatto mutare l’imputazione originaria di furto in quella ben più grave di rapina.
Il giovane straniero è stato quindi arrestato in flagranza dai carabinieri di Casarsa e condotto nel carcere Coroneo di Trieste dove è tuttora ristretto. Ieri mattina l’epilogo del processo, celebrato con rito abbreviato davanti al giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Pordenone Monica Biasutti.
Il pubblico ministero Nicola Russo e il difensore di ufficio Fabiano Filippin hanno di fatto concordato su tutta la linea. All’Atta sono state riconosciute varie attenuanti, da quelle generiche alla tenuità del danno cagionato al supermercato. Alla fine le richieste dell’accusa di un anno di reclusione e di 200 euro di multa sono state fatte proprie dal giudice (la pena base minima per questo reato è di tre anni di prigione).
La difesa attende di leggere le motivazioni, ma al momento appare improbabile un appello. «È una sentenza equa che ha riconosciuto la reale portata dei fatti, dipesi semplicemente dallo stato di estrema inedia del giovane», ha commentato il legale.
Secondo il pubblico ministero, l’imputato “meritava” uno sconto di pena anche perché in effetti era stato pizzicato mentre rubava cibo e non alcolici. Rimane invece irrisolto il problema sociale dell’imputato, che non può disporre della detenzione domiciliare o di altre forme di espiazione meno grave rispetto al carcere. Non avendo un posto dove vivere, il ghanese resterà in cella sino a che la sua situazione sarà mutata.
La speranza dell’avvocato Filippin è di reperire un istituto o un ente caritatevole che intenda prendersi in carico il ragazzo, offrendogli un tetto e un’occupazione.
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