Rsa una succursale dell’ospedale: trovare un posto è un’impresa
CIVIDALE. È davvero lunga la lista d’attesa per l’accesso alla Residenza sanitaria assistenziale dell’ospedale cividalese, «ormai trasformatasi – accusa la minoranza consiliare – in una succursale del reparto di Medicina».
Il punto sull’emergenza ha aperto, ieri mattina, i lavori dell’assemblea civica, introdotti da un question time presentato dagli Indipendenti e condiviso dal gruppo del Pd e dalla lista Rinascita.
Posti bloccati da oltre 4 mesi
«Da mesi, più di quattro – ha segnalato la consigliera Maria Cristina Novelli, degli Indipendenti appunto –, i cosiddetti posti di “sollievo” della Rsa, quelli che dovrebbero essere destinati a funzioni di aiuto per soddisfare le esigenze temporanee di chi si prende cura di anziani e non autosufficienti, sono occupati da persone che vengono trasferite direttamente dall’ospedale. Ne consegue che i nuclei familiari, tanti, che necessiterebbero del ricovero di un proprio componente non hanno possibilità di fruire del servizio. Va inoltre evidenziata l’esiguità del numero dei posti letto, appena 23. Bisogna attivarsi con forza per ripristinare il diritto d’accesso alla Rsa, in modo da offrire un supporto alle famiglie e, parallelamente, pretendere l’incremento del totale dei posti letto».
Attese disilluse
La criticità è nota, ha risposto il sindaco Stefano Balloch, spiegando di aver «già sottoposto la questione all’attenzione dell’assessore regionale alla sanità Telesca». E se «le rassicurazioni sull’aumento dei posti letto sono arrivate, al momento – ha contestato il primo cittadino, ricordando che la soglia di occupazione della Rsa è del 98 per cento – non si è avuto alcun riscontro concreto da parte della struttura tecnica deputata a impegnare le necessarie risorse».
Non giova, in questo senso, l’imminente scadenza elettorale, che «ha impedito dialoghi e ragionamenti – ha rilevato Balloch – su programmazioni che andassero oltre il primo trimestre del 2018».
Miraggio lavori alla Casa per anziani
C’è un altro nodo che penalizza il quadro dell’assistenza locale e che induce il sindaco a pungolare la Regione, auspicando lo sblocco di una situazione che si trascina da troppo tempo. L’impasse riguarda la Casa per anziani, tuttora in attesa dell’erogazione dei fondi per l’avvio di un nuovo lotto delle opere di adeguamento e miglioramento funzionale della struttura, già interessata negli ultimi anni da un corposo piano di riassetto che per essere ultimato, però, richiede ancora un notevole impegno economico. Nei mesi scorsi un esplicito appello era partito proprio dai vertici dell’Asp, ma l’input era caduto nel vuoto. «Non posso che esprimere amarezza – ha ammesso Balloch – per la paralisi, che si protrae da oltre un anno, dei fondi stanziati allo scopo e al momento inutilizzabili. Non si capisce la ragione di questo immobilismo».
Guardia medica da potenziare
Un ulteriore problema, evidenziato dal primo cittadino in risposta alla consueta interrogazione sulle condizioni del nosocomio locale presentata dal consigliere Domenico Pinto, riguarda infine il servizio di guardia medica, che si sta manifestando «insufficiente rispetto alla vastità del territorio di competenza e all’entità delle richieste».
Anche questo aspetto è stato fatto presente all’assessore Telesca.
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