Romans ricorda i cinque angeli del Zimiteri vecjo
La storia
Edo Calligaris / Romans
Era il 16 gennaio del 1917, quando a Romans, nel bel mezzo della Prima guerra mondiale, persero tragicamente la vita, tutti insieme nello stesso istante, cinque bambini di età compresa tra i 3 ed i 10 anni. Il dramma si consumò in un attimo sul prato del vecchio cimitero di via Decima, il Zimiteri vecjo (il vecchio cimitero che venne dismesso nel 1895 e che oggi ospita il Parco della Rimembranza), dove i bambini perirono a causa dello scoppio di una bomba a mano. I fratelli Romeo e Mirano Cuglic di Romans, 5 e 6 anni, Roberto Valentinuz sempre di Romans, 10 anni, Ines Furlan nativa di Gradisca, parrocchia della Bruma, 3 anni, e Giovanni Furlan, sempre di Gradisca e della medesima parrocchia, 5 anni, avevano rinvenuto la bomba a mano in quell’area e ci stavano giocando, con l’incoscienza della loro età, senza intuire il pericolo che stavano correndo. Una scena straziante per quanti giunsero sul posto assieme ai genitori dei bambini, le cui famiglie risiedevano tutte lì vicino, nella casa numero 129, dentro l’androne che oggi porta alla Casa Zorzin, in via Cividale.
Le due famiglie Furlan risiedevano allora a Romans, nella casa numero 129, come gli altri tre bambini, in quanto pare fossero state sfollate da Gradisca a causa della guerra. I funerali dei cinque sfortunati bambini - che a Romans vengono ricordati come Gli angeli del Zimiteri vecjo - furono celebrati il giorno seguente dal cappellano militare don Biagio Cosentino.
Le tre vittime romanesi furono sepolte nel cimitero di via Aquileia a Romans, dove tuttora riposano, mentre delle due giovani vittime gradiscane si sono perse le tracce.
Sempre nel 1917, il 27 maggio, un altro bambino, di 7 anni, perse la vita a Romans, sempre a causa dello scoppio di una bomba, che assieme ad altri bambini, rimasti feriti, stava maneggiando nel cortile di casa Marizza, un androne di fronte all’ex locanda Alla Posta. Si trattava di Albano Piani ed era nato il 2 agosto 1910. Anche lui venne sepolto e riposa ancora nel cimitero di Romans. La famiglia di Albano era originaria di Monfalcone e si era trasferita a Romans, dove svolgeva l’attività di fabbro ferraio.
Non esistono documenti che ricordino la morte di quei bambini, né sul registro della parrocchia, che si limita alla trascrizione dei decessi e dei funerali, così come nulla venne riportato dai giornali del tempo, che a causa della guerra uscivano saltuariamente anche perché il paese di Romans era passato dall’Austria all’Italia. —
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