Roggia in secca per i lavori lungo gli argini

Il consorzio blocca il corso dell’acqua Il direttore: è un intervento necessario
Udine 19 Aprile 2018 roggia vle volontari della libertà Agenzia Petrussi foto Turco Massimo
Udine 19 Aprile 2018 roggia vle volontari della libertà Agenzia Petrussi foto Turco Massimo

Hanno smesso di scorrere le acque di un lungo tratto delle rogge del Torre, un corridoio biologico urbano popolato da una fauna ittica e volatile di pregio. Il prosciugamento del canale principale è stato deciso dal Consorzio di bonifica pianura friulana – già Consorzio Ledra Tagliamento – per effettuare i lavori di sistemazione degli argini necessari a evitare esondazioni in aggiunta ai periodici interventi di manutenzione.

Ma a mettere sotto accusa l’intervento che ha prosciugato una decina di chilometri del canale sono ambientalisti e storici delle rogge, le prime della storia del Friuli che, dall’invaso di Zompitta, si biforcano scorrendo a destra verso la fortezza di Palmanova (Roggia di Palma) dove si disperdono dopo 35 chilometri di corsa, o puntano a sud per altri 32 chilometri fino a raggiungere Mortegliano (Roggia di Udine). Un terzo corso scorre sulla sponda sinistra del Torre fino a raggiungere Cividale attraverso 28 chilometri di percorso (Roggia Cividina).

A ogni asciutta l’Ente tutela pesca procede al recupero della fauna ittica ambientale dei canali e la trasferisce in altri bacini. Ma spesso non è possibile garantire il recupero di tutto il pesce pregiato che si nasconde negli anfratti o nei fondali e che muore nel giro di poche ore. La stessa flora acquatica e palustre all’interno dell’alveo avvizzisce dopo poche ore e gli organismi che vivono a stretto contatto con il fondale vengono distrutti.

Eppure si tratta di lavori necessari e improcrastinabili, spiega il direttore del Consorzio Massimo Canali. «L’intervento che stiamo realizzando in qualità di ente attuatore per conto della Protezione civile regionale – è la premessa di Canali – si è reso necessario per garantire la stabilità delle sponde e degli argini lungo il canale principale, dalla presa di Zompitta al manufatto ripartitore di Rizzolo, e assicurare la sicurezza degli abitati a rischio esondazione».

Una decina di chilometri di argini sui quali intervenire per consolidare manufatti in calcestruzzo ammalorati e arginature in terra. Tradotto in cifre sono 300 mila euro di investimenti, il Consorzio dopo aver progettato gli interventi li ha appaltati e ha assunto la direzione dei lavori. Nel frattempo, spiega il direttore, la chiusura del canale principale era inevitabile.

«Poichè sulla roggia esiste un vincolo paesaggistico – argomenta Canali – le valutazioni sono state concordate con gli uffici regionali e con la Soprintendenza. Intervenire su una roggia è come avviare lavori sulla ferroviaria, non si possono bloccare le acque se non in corrispondenza dei manufatti ripartitori, dove il corso può essere deviato. Del resto – osserva – quella che scorre nel canale è acqua corrente con pendenze significative, l’avvio dei lavori, dalla stagione autunnale fino a quella primaverile, è stato deciso per attenuare l’impatto sulla fauna e sul benthos e preservare un corridoio naturalistico che, per quanto di origine artificiale, mantiene un alto valore ambientale».

Ai lavori di manutenzione straordinaria il Consorzio ha abbinato gli interventi che, con cadenza biennale, ripuliscono il canale dalla vegetazione, dai rifiuti e dal fondo limaccioso. Interventi che saranno completati entro i primi di maggio, quando l’acqua tornerà a scorrere nell’antico sistema roggiale.

Le rogge, spiega Mario Martinis, autore di svariate pubblicazioni sull’argomento, «devono essere ritenute valenze di alto interesse culturale, sia per gli spiccati aspetti naturalistici che ne caratterizzano il sinuoso percorso, sia per gli aspetti storici legati agli interventi antropici di derivazione e utilizzazione delle acque con opere e congegni idraulici, argini e sistemi di difesa, strutture di mulini e altri opifici da ruota, casali e borghi rurali. Proprio per la loro storia, per il rilievo che hanno avuto nell’economia e nella società, per la particolare bellezza che conferiscono alla diversità dei paesaggi che attraversano, nonché per il loro indiscusso valore storico-ambientale e per la ricchezza del proprio patrimonio botanico e zoologico – continua Martinis – l’intero percorso delle Rogge di Udine, di Palma e Cividina è stato sottoposto a vincolo ai sensi della legge 1467 del 1939 sulla protezione delle bellezze naturali e quindi dichiarate “di notevole interesse pubblico”. Le rogge estratte dal Torre, poi, sono state anche inserite nel Piano di conservazione e sviluppo del Parco fluviale del Torre nei comuni di Udine e Povoletto e, recentemente, sono state inserite nel Piano paesaggistico regionale del Fvg».

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