Roberto e Cinzia, gli unici sposi del 2020: «Volevamo dare un segno di speranza»

ROVEREDO IN PIANO. Il Covid ferma quasi tutte le cerimonie, matrimoni civili e religiosi compresi, che registrano un vistoso calo un po’ dappertutto. Molte coppie, infatti, hanno preferito rinviare il sì a tempi migliori, quando magari sarà possibile festeggiare senza la oggi indispensabile mascherina, una volta caduto il distanziamento sociale.
Alcune coppie, però, hanno preferito dirsi sì ugualmente, rinviando a tempi migliori solo il banchetto. È il caso di due giovani pordenonesi, oggi residenti a Udine, che non solo si sono sposati in tempo di pandemia, ma lo hanno fatto a pochi giorni dal Natale: il loro è l’unico matrimonio religioso che è stato celebrato nel 2020 a Roveredo in Piano, cittadina di seimila abitanti alle porte di Pordenone. Mai in passato si era contato un solo rito in un anno.
Protagonisti sono Roberto Vecchione, 33enne impiegato tecnico di Roveredo in Piano, e Cinzia Molent, 31enne di Tiezzo di Azzano Decimo, che sta svolgendo un dottorato di ricerca. Hanno scelto Udine come città di residenza, ma si sono sposati nella chiesa d’origine dello sposo, la parrocchiale di San Bartolomeo.
A celebrare le nozze è stato il parroco don Ruggero Mazzega: «Sì, è l’unico matrimonio religioso di quest’anno. La paura ferma e frena, speriamo di recuperare più avanti», dice. Nell’ultimo decennio si registrano sei-sette matrimoni l’anno, il 2020 ne ha regalato uno a dieci giorni dal 2021.
«Avevamo deciso la data l’anno scorso – raccontano i neosposi – e abbiamo voluto mantenerla, ovviamente rispettando tutti i dispositivi di sicurezza. Visti i tempi che corrono abbiamo preferito procedere con la messa, senza la successiva festa. Intendevamo dare un segno di continuità e di speranza, sebbene con tante cautele». Il banchetto? «Lo faremo quando l’emergenza sarà alle spalle. Noi avevamo nel cuore la celebrazione, che è stata fatta alla presenza dei nostri familiari e di pochissimi amici».
Hanno pronunciato il loro sì accanto al presepio artistico che da almeno venticinque anni lo sposo realizzava con l’artista pordenonese Alberto Magri. Quest’ultimo l’ha dedicato all’amico di una vita: «Perché a causa delle restrizioni di zona, Roberto quest’anno non ha potuto venire qui a prepararlo. Ma come comunità glielo dedichiamo, ringraziandolo per quelli che ha fatto nel passato e auspicando che dal prossimo anno si possa tornare a prepararlo insieme».
Tornando al matrimonio, a messa finita il rompete le righe: «Siamo saliti in auto salutando tutti e siamo tornati a casa. È stata una scena un po’ inusuale – dicono gli sposi – ma era l’unica possibilità che avevamo». —
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