La riunione di redazione del Messaggero Veneto con i lettori: le notizie escono in mezzo alla gente

L’incontro nella sede dell’Università della LiberEtà a Udine: le news, come nasce il quotidiano del Friuli e le domande interessate di chi vuole sapere cosa c’è dietro al giornale che trova in edicola

Timothy Dissegna
La riunione di redazione con i lettori in via Napoli, a Udine (foto Petrussi)
La riunione di redazione con i lettori in via Napoli, a Udine (foto Petrussi)

Un caffè al volo, la copia del giorno del Messaggero Veneto in mano e la curiosità di scoprire subito cosa ci sarà in quella di domani. La sala dell’Università delle LiberEtà di via Napoli, a Udine, ha l’odore buono della carta e del confronto: in prima fila c’è chi prende appunti a penna, qualcuno alza lo sguardo dal tablet.

 

È il giusto incipit per una mattinata in cui il giornale “esce” dalla redazione e si fa vedere mentre lavora.

A fare gli onori di casa è la presidente Pina Raso: emozionata, richiama l’unicità del quotidiano per la città e la necessità del filtro professionale dei giornalisti nell’era dei social media, presenti qui per una riunione di redazione speciale.

Da sinistra, il caporedattore Antonio Bacci e il vicedirettore Paolo Mosanghini
Da sinistra, il caporedattore Antonio Bacci e il vicedirettore Paolo Mosanghini

Una storia lunga 80 anni

Il vicedirettore del Gruppo Nem con delega al Messaggero Veneto, Paolo Mosanghini, inquadra subito la tappa fuori dalle mura di viale Palmanova: la testata da due anni è in una nuova società editrice, con una regia centrale a Padova e una filiera di sei testate che ogni mattina si confrontano per condividere temi trasversali.

L’evento è anche occasione per ricordare i due anniversari del 2026, i 50 anni dal terremoto e gli 80 del giornale, e per ribadire una linea: carta che “regge”, digitale in crescita, social ed eventi come nuove forme di relazione con i lettori.

Come nasce un quotidiano

Il ritmo della riunione è quello di sempre: prima il traffico internet, poi il “timone” e infine la partitura delle pagine. Marco Ceci, della redazione web, mostra i dati: circa 300 mila pagine viste al giorno, con una media di 80 mila utenti unici quotidiani. La cronaca nera traina le visualizzazioni e impone titoli e attacchi più rapidi, perché i lettori scorrono veloci.

Il caporedattore centrale Antonio Bacci spiega la prima pagina: ingombri, fotografie, spazi pubblicitari, foliazioni a multipli di otto: «Il timone, ossia l’insieme degli spazi da riempire, lo guidano le notizie».

La catena è serrata, ma elastica quanto basta per inseguire gli imprevisti.

Da sinistra Maria Stella Masetto, Gianni Iezzi e Orietta Mazzolini (foto Petrussi)
Da sinistra Maria Stella Masetto, Gianni Iezzi e Orietta Mazzolini (foto Petrussi)

Scelte e limiti

Ma fino a dove si può “allungare” il giornale? In sala scatta una mini-lezione di “fabbrica”: ogni salto pesa in costi e risorse. Meglio scegliere, quindi, e approfondire anziché riempire tutto “in piccolo”. L’edizione anticipata in via Napoli viaggia già su 56 pagine. La chiusura per gli ultimi ritocchi all’edizione è confermata tra le 23 e le 23.30, con le copie in edicola verso le 5 del mattino seguente. La stampa avviene in Veneto, con le copie che risalgono la regione con i furgoni della distribuzione, verso le singole edicole.

Da sinistra Angela Intilia, Paolo Laureati e Pina Raso (foto Petrussi)
Da sinistra Angela Intilia, Paolo Laureati e Pina Raso (foto Petrussi)

Il quadro della mattinata

Per la città, la caposervizio Luana De Francisco mette in fila i pezzi della cronaca: il seguito sulle minacce al vicesindaco Alessandro Venanzi. Con tanto di ultim’ora in diretta: è comparso in tribunale il primo ad aver minacciato l’esponente della giunta De Toni, a settembre 2024. Spazio poi al monitoraggio della polizia locale sugli affitti brevi irregolari; un focus sui furti in abitazione e una veloce panoramica tra cronaca nera, giudiziaria e cittadina. A seguire con interesse in platea c’è anche Alberto Lauber, per anni cronista seduto a quel tavolo ma da un anno in pensione.

Pordenone e dintorni

Dal video-collegamento con la redazione di Pordenone, Martina Milia annuncia l’esito di una maxi-operazione antidroga. Arrivato in presenza a Udine, il collega Antonio Zavagno anticipa anche la seconda asta per i beni dell’ex presidente del Pordenone Calcio, Mauro Lovisa, e altri temi legati al capoluogo della Destra Tagliamento.

La provincia di Udine

Per la provincia udinese, la vice-caposervizio Alessandra Ceschia fa un “volo d’angelo” dalla montagna al mare: ci sono i temi che interessano la Carnia e quelli che attraversano la Collinare, passando per la nera e gli approfondimenti sulla recente moria di cigni nelle coste friulane. Nel frattempo, un incidente a Pozzuolo rimescola l’apertura per il Medio Friuli.

L’attualità che apre

Christian Seu porta i temi nazional-regionali con impatto locale: dalla dialettica sindacati-istituzioni sul lavoro ai colloqui per aziende organizzati da Confindustria Alto Adriatico. Ma la lista è ancora lunga, in attesa di un ulteriore confronto con le redazioni delle altre testate locali (il Piccolo di Trieste, il Corriere delle Alpi di Belluno, la Tribuna di Treviso, il Mattino di Padova e la Nuova di Venezia) per valutare notizie che interessano più territori.

Cultura e la scuola Mv

Proseguendo con lo sfoglio, si arriva alla cultura. Qui, il caposervizio Oscar D’Agostino apre con la mostra sul papa emerito Joseph Ratzinger al Museo diocesano di Pordenone, in arrivo a febbraio, e con il nuovo dizionario italiano-friulano della Biblioteca dell’Immagine; tornano gli eventi dedicati alla “Foresta dei Giusti” e l’agenda degli appuntamenti sdoppiata tra Udine e Pordenone. A parte, c’è il Messaggero Veneto Scuola, ossia il progetto portato avanti da 27 anni del nostro giornale che ogni settimana da voce agli studenti del Friuli. Questo numero vedrà le presentazioni dei ragazzi della redazione di Pordenone, in copertina i volontari del Fake news festival.

Alla prossima riunione

La riunione, la prima di tante nel corso della giornata, si chiude con una promessa: restituire tutto sulla carta e online. L’Università delle LiberEtà ha offerto una platea attenta. La partecipazione non è un orpello, ma una fonte da cui nasce un paginone che metta fianco a fianco giornalisti e lettori.

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