Rimosso l’olmo, Rorai piange il gigante buono: frenò la caduta di un aereo salvando due vite

PORDENONE. «Ci vediamo là della chiesa»: un’espressione tipicamente pordenonese, che migliaia di cittadini di Roraigrande hanno pronunciato negli ultimi decenni, identificando così il luogo di ritrovo per eccellenza della zona. Ma “Là della chiesa”, soprattutto per i giovani, significava, in realtà, sotto l’olmo secolare.
Lo si chiamava “Il gigante buono”, perché lui se ne stava lì, placido e gentile, con le sue fronde spalancate a ombreggiare e rinfrescare, nei pomeriggi estivi, le chiacchierate, gli scherzi e i primi amori degli adolescenti che occupavano le due panchine di cemento – durissime eppure così accoglienti – che stazionavano immobili sotto i lunghi rami del grande albero.
Da ieri il mitico olmo di piazzale San Lorenzo non esiste più. La parrocchia ha dovuto, a malincuore, prendere la decisione di abbatterlo per scongiurare il rischio che, da amico buono di tutta la comunità, si tramutasse in pericolo. Era malato da tempo, i rami erano stati potati anni fa e nel caso di una tempesta violenta avrebbe potuto “crollare”, come un vecchio muro traballante.
Se quella pianta avesse avuto il dono della parola, avrebbe avuto mille aneddoti da raccontare: nella sua lunga storia è stato addirittura un eroe. Sì, perché il 1º maggio 2001 salvò letteralmente la vita all’allora assessore Claudio Rosset e all’ex vicesindaco Massimo Lionello, attutendo con le sue possenti braccia la caduta del loro aereo. L’ultraleggero con cui i due amici stavano sorvolando la città, improvvisamente andò in stallo. E il velivolo cadde, di muso, proprio tra i rami dell’olmo.
Al suo posto, ieri, si è subito deciso di piantare un acero, nella speranza che cresca rigoglioso e imponente com’era stato il “predecessore”. Per allietare l’animo delle future generazioni.
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