Ricercatori del Cro domani in sciopero

Assemblea e volantinaggio per chiedere leggi che consentano di lavorare con continuità. Bocciato il progetto “Piramide”
Stop ad attività con microscopi e macchinari per la ricerca e alcuni servizi sospesi al Cro di Aviano domani per lo sciopero e la mobilitazione indetta dai ricercatori precari.


Un’iniziativa promossa per sensibilizzare sulla paradossale mancanza di soluzioni normative che permettano di continuare a lavorare e garantire continuità alla ricerca sanitaria pubblica in Italia.


«I ricercatori precari, con il sostegno di Anaao Assomed, Fp Cgil e Fp-Cisl – afferma il Coordinamento dei ricercatori precari – chiedono che il problema venga risolto una volta per tutte attraverso un piano programmatico nazionale che preveda la loro stabilizzazione nei ruoli previsti, e lo stanziamento di fondi adeguati per renderlo sostenibile».


Lo scorso anno un provvedimento ha escluso il ricorso ai contratti atipici per la pubblica amministrazione, mentre la riforma del pubblico impiego targata Madia di inizio anno ha escluso i ricercatori precari dai piani di stabilizzazione. Di fronte al rischio di blocco della ricerca, la legge di stabilità dello scorso anno ha concesso la possibilità di rinnovare i contratti, provvedimento che si profila anche per l’anno prossimo per i 3 mila 500 ricercatori in Italia e per i 125 del Cro.


«Negli ultimi 20 anni – prosegue il Coordinamento – la ricerca sanitaria biomedica si è avvalsa ampiamente di queste figure altamente specializzate che hanno contribuito in maniera significativa alle eccellenze raggiunte dagli Irccs. Eccellenze raggiunte, purtroppo, attraverso il ricorso comodo, conveniente e indiscriminato a forme contrattuali atipiche come co.co.co., co.co.pro., partite Iva e borse di studio. In questo modo si è creata una condizione di precariato che negli anni è diventata strutturale. Sia per i lavoratori che per la ricerca stessa”. Figure professionali che rischiano di restare senza lavoro.


«Assieme a loro – prosegue il Coordinamento – se ne andrà la possibilità di sostenere una ricerca pubblica indipendente e l’eccellenza di cure e servizi degli Irccs in cui lavorano per la ricerca, la prevenzione, la diagnosi e la terapia di malattie gravi, complesse e rare».


I ricercatori bocciano la cosiddetta “Piramide”, il progetto di stabilizzazione elaborato lo scorso anno dal Ministero della Salute: «Si limita – proseguono i ricercatori – a perpetuare la situazione attuale sotto nuove forme, senza stanziare finanziamenti adeguati e sostanzialmente rimandano al futuro la soluzione del problema della precarietà strutturale della ricerca biomedica degli Irccs. Ora basta. La ricerca fatta negli Irccs pubblici è, ed è prioritario che rimanga, una risorsa per tutti i cittadini. E può esserlo solamente attraverso l’inclusione all’interno del Servizio Sanitario Nazionale delle figure che lavorano nella ricerca biomedica degli Irccs attraverso un’apposita area contrattuale nel contratto collettivo nazionale».


Domani alle 9. 30 i ricercatori si riuniranno in assemblea nella sala convegni del Cro per procedere con un volantinaggio. Per tutta la giornata poi si asterranno dal lavoro.


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