«Resistenza, non toccate il monumento»

«Non toccate il monumento alla Resistenza». Registra un coro di «no» la proposta di demolire l’opera di Gino Valle per far posto, in piazzale XXVI luglio, a un parcheggio sotterraneo. L’idea riassunta da un cittadino, Antonio Cellante, sotto forma di osservazione al nuovo piano regolatore è stata respinta dalla commissione Ambiente con l’astensione della Lega e dell’Udc. Ma nonostante ciò, sui social network e anche sul sito del nostro giornale in tanti bocciano la provocazione mai registrata prima d’ora a palazzo D’Aronco.
E intanto Lega e Udc fanno un passo indietro anche perché i due capigruppo, Luca Dordolo e Mirko Bortolin, sono stati duramente criticati dal centro-sinistra (il documento predisposto da Federico Pirone (Sel) è stato sottoscritto da tutti i capigruppo) che non ha esitato a definire l’astensione dei due gruppi d’opposizione «un’offesa alla Resistenza». «Quando ho affermato “demolirei tutti i monumenti per costruire altrettanti parcheggi” - chiarisce Dordolo - stavo scherzando sulla proposta provocatoria». E ancora: «Sappiamo bene che un monumento non si può demolire, l’abbiamo imparato nel 1998 quando abbiamo raccolto le firme per abbattere il sarcofago. E comunque - sottolinea Dordolo - la Lega si astiene su tutte le osservazioni dei cittadini al Piano regolatore».
La stessa scelta l’ha fatta l’Udc che per voce di Bortolin fa sapere di averla ribadita anche nel caso della proposta provocatoria di demolire il monumento alla Resistenza che comunque «solleva il problema reale della carenza di parcheggi in città». Detto questo, Bortolin aggiunge: «E’ ovvio che non possiamo demolire il monumento, ma il problema dei parcheggi resta». Orlanda Primus di Sos Italia, invece, assicura di essersi astenuta per errore, «tant’è - aggiunge - che a fine seduta ho chiesto al presidente di commissione, Carlo Giacomello, di correggere il mio voto con un “no”».
Il caso, comunque, sta indignando diversi lettori che bollano la proposta come «ignobile, un insulto alla Resistenza». Ma c’è anche chi, tra questi Francesco Polesello, teme ripercussioni: «Questa spaccatura sulla Resistenza -scrive - è un bruttissimo segnale che unito all’insofferenza sociale dovuta alla crisi economica non lascia presagire nulla di buono per il nostro Paese! Bisogna vigilare molto attentamente perché il rischio concreto è una guerra fratricida».
Con Cellante si schiera solo Ernesto Pezzetta, il segretario de “La Destra”, dicendosi favorevole alla demolizione del monumento alla Resistenza perché davanti al tempio Ossario, che simboleggia i caduti, non può stare. Noi - conclude Pezzetta - guardiamo con rispetto chi ha combattuto dall’una e dall’altra parte».
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