Regole sulla privacy: i dirigenti si tutelano per le foto di classe

UDINE. In un periodo in cui mamme e papà (e non solo) sono bombardati con informative e richieste di consenso alla luce delle nuove regole europee, gli istituti comprensivi del capoluogo friulano scelgono la mediazione: sui siti internet delle scuole sono pubblicate le norme in questione e così le foto di classe – e in classe – sono salve. Il punto è che tutta la responsabilità ricade sul dirigente.
Verrebbe da dire “come al solito”. Un caso-limite – pur con le dovute proporzioni, tenuto conto di quanto accaduto in Abruzzo – è quello occorso a Livio Bearzi, il dirigente (in servizio in Abruzzo da qualche mese) condannato per il crollo dell’Aquila, poi graziato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che però è ancora in attesa del nulla osta per rientrare in servizio.
Ecco perché è meglio procedere con i piedi di piombo. Al Sesto comprensivo (ne fanno parte le scuole d’infanzia Sacro cuore, Forte, Forte bis e Gabelli, le primarie Girardini, Friz, Carducci e Mazzini, e le secondarie Marconi, Bellavitis e scuola in ospedale) il preside Luca Gervasutti apre alle autorizzazioni.
«Abbiamo pubblicato sul portale dell’istituto un documento che ci consente di adeguarci al nuovo Regolamento sulla privacy europeo – ha spiegato –. Ho dato anche indicazioni al personale docente e non docente per il trattamento dei dati per riprese video e audio. Inoltre se le fotografie sono effettuate da personale esterno alla scuola, io concedo l’autorizzazione, fermo restando il fatto che l’autore risponde in caso di utilizzo scorretto delle immagini». Diversa la situazione al Secondo comprensivo. In questo caso la scuola chiede il permesso per ogni singola occasione.
«Chiediamo ai genitori un’autorizzazione esplicita – ha precisato il dirigente scolastico, Umberto Ranauro –. Dal mio punto di vista le nuove disposizioni europee sono meno pressanti rispetto al passato. Richiedono ulteriori adempimenti dal punto di vista burocratico, è vero, ma non credo possano toccare le cose sacrosante, come le tradizioni delle scuole. Se poi qualche genitore è contrario, chiede espressamente che i propri figli non compaiano e noi, ovviamente, rispettiamo le loro volontà». Il sito internet della scuola, al Terzo comprensivo, è uno strumento cruciale per gestire le nuove regole.
«Ho pubblicato online la nuova normativa e dato comunicazione alle famiglie – ha avvertito il preside del Comprensivo, Paolo De Nardo –, ma sostanzialmente la prassi è la medesima che si usava in precedenza. Tutto quello che riguarda la documentazione delle attività didattiche è soggetto soltanto a informativa ed eventualmente il genitore può proporre istanza di opposizione». «Per la foto di classe – prosegue il dirigente del Terzo comprensivo, che raduna tre scuole dell’infanzia, quattro primarie e la secondaria Manzoni – la normativa è abbastanza semplice, perché è sempre responsabile chi raccoglie il dato.
Nel momento in cui le immagini sono scattate dalla scuola, è sufficiente comunicare come si utilizzano. Se invece la foto di classe è fatta da un genitore o da un professionista, e ho già affrontato due casi di questo genere, faccio firmare una dichiarazione in cui tale figure esterne all’istituto si assumono la responsabilità di raccogliere le fotografie e distribuirle in classe, senza diffonderle in altri canali.
Io comunico tutta la procedura ai genitori e se qualcuno vuole opporsi, ovviamente è libero di farlo». Il punto, riflette però De Nardo, è che «noi dirigenti dobbiamo sempre controllare e rispondere direttamente dei dati che di volta in volta raccogliamo».
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