Regione Fvg, Saro spinge la maggioranza a osare di più: "Bisogna fare debito per gli investimenti"

UDINE. Non aver paura di fare debito – anzi, tutto il debito possibile anche a costo di avviare un nuovo braccio di ferro con Roma – per finanziare un pacchetto corposo di investimenti che caratterizzino una legge di Bilancio, la prima della legislatura di centrodestra, che ha il dovere di imprimere una svolta all’economia del Fvg.
La rotta è quella tracciata da Ferruccio Saro che, a nome di Progetto Fvg di cui è segretario regionale, invita pubblicamente Massimiliano Fedriga, dopo averlo fatto nel corso dei vertici di maggioranza di questi giorni, a osare tutto il possibile per «invertire la rotta».
Segretario, è preoccupato di come si sta predisponendo la legge di Bilancio?
«È la prima finanziaria della legislatura e, come tale, quella che segna il passo e detta la linea di un’intera legislatura. Noi, come Progetto Fvg, auspichiamo che sia una legge in grado di favorire gli investimenti pubblici e privati perché soltanto così possiamo creare occupazione e sviluppo aumentando il volume delle nostre compartecipazioni erariali».
Una partita in cui si inserisce anche la trattativa con lo Stato...
«Esatto. L’obiettivo minimo è quello di riottenere i 9,1 decimi di Iva. Sarebbe già un passo importante a condizione, beninteso, che questo tetto non sia a invarianza finanziaria per lo Stato. Siamo la Regione che, in proporzione agli abitanti, ha versato più soldi, peraltro con decisioni unilaterali prese dai vari Governi, a titolo di risanamento della finanza pubblica. Adesso è arrivato il momento di riottenere almeno una parte di quelle risorse».
Scusi, ma con il Governo che destina una ventina di miliardi a reddito di cittadinanza e “quota 100” pensa davvero che per il Fvg ci siano reali margini di manovra?
«È una questione delicata, lo so bene, ma per questo dobbiamo garantire tutto l’appoggio possibile a Fedriga perché lotti a Roma con il Governo. Sia sulla ridefinizione dei Patti finanziari sia sul supporto economico che lo Stato deve garantirci in seguito all’alluvione che ha colpito il Fvg. Detto questo, comunque, la Regione può e deve intervenire direttamente sul sistema».
Come esattamente?
«Siamo in un momento in cui i segnali di recessione economica si percepiscono nitidamente. E questa si può combattere soltanto varando un pacchetto corposo di investimenti a favore delle attività produttive, agricoltura compresa».
Facendo debito?
«Sì, ma dirò di più: abbiamo il dovere di arrivare al livello di indebitamento massimo possibile. Il Governo nazionale sta combattendo le politiche di austerità e ha ragione. Noi, in Fvg, ci troviamo con un bilancio sano che ci consente di accendere nuovi mutui e utilizzare quel denaro per investimenti, non per politiche assistenziali».
A quali cifre pensa?
«Possiamo arrivare al 20% del bilancio regionale, quindi più o meno a un miliardo. Ma credo possa bastare puntare su un pacchetto complessivo da 300-350 milioni».
Sul tema del fare debito per pagare gli investimenti sembra ci sia la convergenza di tutti i partiti...
«Vero, ma la dimensione degli stessi conta parecchio. Così come è centrale il tema delle opere pubbliche e in questo caso ha ragione Riccardo Riccardi».
Può spiegarsi meglio?
«Ci sono centinaia di milioni di lavori bloccati perché i Comuni non hanno le capacità tecniche per avviare gli appalti e cominciare le opere. Come ha detto il vicepresidente abbiamo il dovere di intervenire varando una sorta di nuova segreteria regionale straordinaria che ci consenta di aiutare i municipi e snellire le procedure. Una struttura collegata alla figura di Fedriga come commissario straordinario per il post-alluvione».
Faccia capire: propone di utilizzare i poteri in deroga legati al maltempo per bypassare le procedure normative e sbloccare le opere pubbliche?
«Esattamente e in questo senso esiste già una proposta specifica in materia. Inoltre bisogna parlare di sanità e accesso al credito».
Partiamo dalla prima?
«La spesa sanitaria è fuori controllo come dimostrano gli ultimi due assestamenti. La nuova “Azienda 0” dovrà mettere un freno ai costi considerato come stiamo pagando azioni e scelte compiute dalle Aas senza alcun controllo».
E per quanto riguarda l’accesso al credito?
«Va bene il taglio dell’Irap, per quanto debba essere selettivo, anche se la vera svolta è quella che porta all’eliminazione dei contributi a bando introducendo la formula del credito d’imposta per chi punta su innovazione e occupazione. E poi dobbiamo cominciare ad applicare la fiscalità di vantaggio almeno nelle aree più svantaggiare del Fvg e avviare una serie razionalizzazione di spesa per gli assessorati puntando sulla qualità della stessa, non più sulla semplice quantità».
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