Record di amministratori di sostegno: nasce il “modello Pordenone”



Il coordinamento tra enti, volontari e istituzioni è talmente all’avanguardia che si parla apertamente di un “modello Pordenone”.

Ora questo innovativo sistema di gestione degli amministratori di sostegno verrà ulteriormente potenziato. Un convegno tenutosi in Tribunale ha illustrato due nuovi progetti di sviluppo.

Di fatto a Pordenone esiste già un collaudato piano di integrazione che coinvolge i giudici tutelari, il personale di cancelleria, gli avvocati, i Comuni, le associazioni di volontariato, i servizi sociali e le case di riposo.

Le istanze di amministrazione possono essere inoltrate e lavorate telematicamente mentre il colloquio tra il magistrato e il beneficiario avviene in videoconferenza, salvaguardando così il benessere psicofisico della persona e accelerando i tempi di definizione della pratica.

«Con i nostri 10 sportelli di prossimità attivi in provincia e in Veneto orientale rappresentiamo un’esperienza unica in Italia – ha spiegato al proposito il presidente del Tribunale di Pordenone, Lanfranco Tenaglia –. La nostra è la realtà con la presenza più capillare e coordinata di iniziative a favore degli amministrati di sostegno. In questo modo si è creata una rete sinergica che sfrutta le potenzialità della tecnologia e ottimizza il servizio».

«E’ evidente – ha continuato il presidente del tribunale di Pordenone Lanfranco Tenaglia – che sempre più cittadini ricorreranno in futuro a questo strumento giuridico di assistenza: dai 105 fascicoli del 2005 siamo passati ai 4.372 del 2016. Praticamente tra Pordenone e il Portogruarese c’è un amministratore ogni 1,3 abitanti».

Il presidente dell’ordine provinciale degli avvocati di Pordenone, Rosanna Rovere, ha messo in luce l’impegno profuso dalla categoria per il buon esito dei progetti in corso (uno è finanziato proprio dal Consiglio dei legali insieme alla Fondazione Friuli, il secondo dalla Regione e dal Ministero).

«Siamo i primi a livello nazionale ad aver lanciato un protocollo con linee guida sulla nomina, la formazione e l’indennità di chi è chiamato ad occuparsi dei soggetti in difficoltà – ha detto la Rovere –. Stiamo creando una categoria specializzata di professionisti del settore. Organizziamo corsi di aggiornamento per una tutela sempre puntuale e attenta alle necessità dell’amministrato. In questo senso la professione assume quel ruolo sociale che le è attribuito dalla Costituzione».

Al tavolo dei relatori si sono susseguiti magistrati, politici e rappresentanti del volontariato.

Tra loro da segnalare la presenza del consigliere della Corte di Cassazione, Maria Rosaria Sangiorgio, delle giudici tutelari Lucia Dall’Armellina e Chiara Ilaria Risolo, del ricercatore Paolo Tomasin e dell’assessore regionale del Veneto Manuela Lanzarin. —



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