Ratti e topi: con il caldo aumentano
Nel 2016 le segnalazioni sono state 123 Avvistati vicino alle rogge e per strada

Trovano “casa” vicino ai corsi d’acqua, in corrispondenza delle rogge cittadine. Basta passeggiare lasciando cadere lo sguardo sulle scarpate per accorgersi delle tane in mezzo alla terra. Di solito si fanno vedere dopo le sei di sera, scorrazzano lungo la roggia alla ricerca di cibo o si annidano in prossimità dei cassonetti dove, con il caldo scoppiato negli ultimi giorni, l’odore delle immondizie arriva in un baleno.
I ratti e i topi si aggirano indisturbati, in barba a veleni ed esche, e sono ritornati a esser un problema in città. Non che in questi mesi siano andati in vacanza, anzi, ma dopo la denuncia da parte dei residenti di via Riccardo di Giusto, infestata delle fastidiose “pantegane”, non sono mancate le segnalazioni in altri punti di Udine. A partire da via Ciconi, in Borgo stazione, dove i residenti e i passanti in più occasioni si sono imbattuti in incontri ravvicinati con i roditori passeggiando accanto al Ledra. Anche ai giardini Ricasoli e in via Baldasseria sono stati avvistasti i grossi topi e le lamentele non si contano per i luoghi abbandonati in diversi punti della città.
Ben 123 le segnalazioni giunte lo scorso anno agli uffici comunali, che evidenziano come il problema sia abbastanza diffuso. Eppure, assicura il Comune, l’attenzione da parte dell’amministrazione non è calata, anzi. «Nel 2016, per i ratti, abbiamo ricevuto direttamente dai cittadini 123 segnalazioni sulla base delle quali abbiamo effettuato 89 interventi – spiega l’assessore comunale con delega ai Servizi veterinari, Cinzia Del Torre –. Alcune zone della città sono sempre monitorate e trattate continuativamente, anche a scopo preventivo, come scuole, parchi ed edifici abbandonati, ad esempio l’ex caserma Osoppo».
Inevitabilmente, prosegue Del Torre, le aree in cui le segnalazioni e anche gli interventi di derattizzazione sono maggiori restano quelle vicine ai corsi d’acqua (via Ciconi, via Baldasseria Bassa, i Giardini Ricasoli, il parco via Melegnano), oltre ai luoghi in cui viene abbandonato cibo per gli animali selvatici urbani, come anatre e colombi. Restano sempre un fattore di rischio per la proliferazione dei ratti, gli edifici e i giardini abbandonati, nonché le zone in cui si accatastano materiali, condizione ideale per la nidificazione, al contrario di quanti pensano che accada nelle fognature, che spesso utilizzano come vie preferenziali di transito.
«Nonostante l’impegno – continua l’assessore –, in primavera, con l’arrivo dei primi tepori e alla nascita dei cuccioli, le segnalazioni aumentano e si intensificano, di conseguenza, gli interventi».
(g.z.)
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