Rapina e ricatto per 20 euro: condanna a due anni e 4 mesi

Ragazzino non aveva saldato il debito dopo aver acquistato uno spinello

Bruno Oliveti

Uno spinello non pagato al pusher, venti euro che “ballavano” da qualche settimana. Ma che sono co-stati parecchio ad Ange Fabrice Kouassi Niamkey, 28 anni, di nazionalità ivoriana, condannato con rito abbreviato dal gup Monica Biasutti a due anni e quattro mesi di reclusione – la stessa pena chiesta dal pm Fede-rico Baldo – per rapina ed estorsione.

Una pena importante, per un duplice reato grave. Ma una situazione che fa riflettere, per il modo in cui si è sviluppata. Tutto nacque, un paio d’anni fa, da un incontro in città tra il 28enne e un ragazzo della “Pordenone bene”.

Quest’ultimo si era rivolto a lui per acquistare un spinello, i due si conoscevano. Prezzo concordato, venti euro. Solo che il ragazzo, giovanissimo, in quel momento i soldi non li aveva. «Te li do la prossima volta», aveva assicurato, e Niamkey aveva accettato di fargli credito. Il tempo poi è passato, sono trascorse delle settimane, sino a quando i due si sono incontrati per caso. E lì è nato il guaio: «Ehi, tu mi devi i soldi dello spinello». «Non li ho».

A quel punto il giovane di origine ivoriana, ma di mamma italiana, notando lo smartphone che il ragazzo stava usando gliel’ha strappato di mano. Si è così configurato il reato di rapina. «Non te lo ridò fino a quando non mi dai quanto mi devi».

E si è così configurato il reato di estorsione. Il ragazzo ha sporto querela e per il suo “fornitore” le cose si sono maledettamente complicate, visti anche i precedenti che lo avevano reso noto alle forze dell’ordine. Niamkey attualmente si trova detenuto in carcere. La sua legale, Paola Chiandotto, ha annunciato che impugnerà la sentenza.

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