Raminelli, nuova razzia: il quarto colpo in azienda

AVIANO. «A questo punto non so davvero cosa fare». È amareggiato e allo stesso tempo sconcertato Roberto Raminelli, legale rappresentante della Raminelli Srl, storica azienda del Friuli occidentale (è nata a Zoppola 54 anni fa) operante nel settore edilizio. A destare sconcerto è la pertinacia dei ladri – dal modo di agire si tratterebbe di bande organizzate – accanitisi nei confronti dell’azienda.
Quattro furti in dieci mesi sono tanti. Troppi. L’ultimo l’altra notte, nella filiale di via Monte Tremol ad Aviano (è nella zona industriale), dalla quale sono spariti utensili di marca ed attrezzature varie, nonchè un furgone aziendale, utilizzato per il loro trasporto. Il “bottino” si aggira secondo una prima stima sui 20 mila euro. Erano stati di 15 mila euro nel raid precedente, il 23 marzo, sempre nella filiale avianese (“visitata” anche nel 2012), la quale affianca un magazzino per la distribuzione di materiali edili ad un negozio di ferramenta ed idraulica.
A spiegare il “modus operandi” dei soliti ignoti è lo stesso Raminelli: «Sono entrati da una porta utilizzata come via di fuga». Spostato un grosso peso (5 quintali) posto in un vicino pozzetto, hanno avuto campo libero nel razziare gli utensili e le apparecchiature in vendita. Hanno caricato tutto sul furgone, facendo quindi perdere le loro tracce.
Tracce che indirizzerebbero verso l’Est Europa, dove tali attrezzature sono molto appetite, tanto da essere “riposizionate” su quei mercati anche poche ore dopo i furti.
«Come difendersi? A questo punto me lo chiedo: abbiamo installato sofisticati sistemi d’allarme e sono riusciti facilmente a neutralizzarli» commenta Roberto Raminelli, figlio di Luigi, l’imprenditore zoppolano che nel 1959 ebbe l’intuizione d’avviare l’attività, allora concentrandosi sulla produzione di manufatti in cemento.
E spiega, riferendosi al colpo grosso nella filiale di Maniago d oltre due mesi fa: «Hanno utilizzato un “jammer” per bloccare le comunicazioni d’allarme con in nostri cellulari». Un sistema di disturbo elettronico mutuato dalla tecnologia militare per accecare i “radar”».
Era la fine di febbraio quando i ladri violarono la sede maniaghese di via Violis, aperta nel gennaio 2012. Il bilancio del raid d’allora era stato decisamente importante, quasi 60 mila euro tra danni alle strutture e materiale rubato. Era sparito materiale elettrico della Bosch per 40 mila euro, ovvero punte, frese, trapani e dischi diamantati, e ancora compressori, una decina, generatori, saldatrici e materiale idraulico ed elettrico per altri 15 mila euro.
Il furto dell’altra notte è stato denunciato ai carabinieri, i quali hanno avviato indagini per risalire agli autori.
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