Raggiro in casa di riposo: spariti i soldi degli anziani, sotto accusa due direttrici

La Gdf alla Sereni Orizzonti di San Giovanni: sottratti 333 mila euro. Le donne si sono dimesse. La Procura indaga per circonvenzione d’incapace e per utilizzo indebito di carte di credito

UDINE. «La direttrice... Ha tutto lei...Lei, tutto lei che fa... Ah, non so, gli ho dato il libretto, tenga lei, prenda la carta, ci son dei soldi dentro, ero in casa di cura... e ha fatto di tutto per mettermi qua, comunque non so da chi, dove vado, non so niente...». Così un’anziana ospite della Residenza per anziani “Sereni Orizzonti” di San Giovanni al Natisone rispondeva alcuni mesi fa alla Guardia di finanza di Cividale, per spiegare che fine avessero fatto i propri risparmi.

Ricordi confusi e zoppicanti, i suoi, com’è prevedibile con persone affette da una qualche infermità o deficienza psichica, e che hanno rafforzato negli inquirenti il sospetto del raggiro. Del fatto, cioè, che qualcuno approfittasse delle condizioni di fragilità degli anziani, per garantirsi mano libera sulle loro disponibilità economiche.

Ora, chiuso il secondo round investigativo, l’ipotesi della Procura di Udine è che in quella struttura, per un certo periodo, il raggiro sia stato sistematico. E che a rendersene responsabili siano state proprio l’allora direttrice Raffaella Corallo, 41 anni, di Gemona, e la sua vice (e a propria volta ex) Sllatka Kopliku, 42, originaria dell’Albania e residente a Udine.

Finite sul registro degli indagati in relazione a una serie di dubbie operazioni sui conti correnti di alcuni ospiti, sono accusate dell’ipotesi di reato di circonvenzione d’incapace e di utilizzo indebito di carte di credito ai danni di sei di loro.

Ritenendo sussistere a carico di entrambe «gravi indizi di colpevolezza», il gip del tribunale di Udine, Matteo Carlisi, ha accolto la richiesta del pm Letizia Puppa e applicato loro la misura cautelare interdittiva del divieto temporaneo di esercitare uffici direttivi di persone giuridiche e imprese, oltre che di qualsiasi professione nel settore dell’assistenza a persone anziane o, comunque, affette da problemi psicofisici.

Altrettanto dicasi per l’istanza di sequestro preventivo dei saldi giacenti su tutti i conti delle due indagate, che il giudice ha disposto sino alla concorrenza in solido di complessivi 118.569,90 euro. Somma che si aggiunge ai 215 mila euro, precedentemente sequestrati alla sola Kopliku per un’iniziale ipotesi di truffa aggravata a una sola anziana. Per un totale, quindi, di oltre 333 mila euro di capitali dirottati dai conti degli anziani a quelli delle due dirigenti.

Era stata una fonte confidenziale a segnalare l’anomalo tipo di rapporti intrattenuti dalla direttrice e dalla sua vice con alcuni ospiti (tra le parti offese figura anche un anziano). Le successive indagini, e le perquisizioni che ne erano seguite, avevano confermato la fondatezza della soffiata e suggerito un approfondimento investigativo. Nel frattempo, entrambe le indagate hanno preferito imboccare la strada delle dimissioni.

Diverse le modalità con cui la coppia sarebbe riuscita a mettere le mani sui risparmi degli ospiti. La fetta più consistente era arrivata da un’anziana che dapprima avevano indotto a stipulare due polizze ventennali (con l’indicazione di entrambi i loro nomi quali beneficiarie, per un premio unico di 250 mila e di 190 mila euro) liquidate a distanza di un anno appena dall’apertura (nel febbraio 2014 e nel maggio 2015) con accredito su un conto corrente intestato alla stessa anziana, e che, di lì a poco, avevano spinto a emettere un vaglia circolare e un assegno sul libretto postale della Kopliku del valore rispettivamente di 25 mila e 190 mila euro. Una girandola di operazioni che il gip ha interpretato come una serie di «tentativi di appropriarsi del denaro», seguiti da «ripensamenti, alla ricerca della forma che avrebbe dato meno adito a successive contestazioni».

Con il risultato, di procurare alla vice direttrice «l’ingente importo di 215 mila euro, fuoriuscito senza alcuna apparente motivazione logica dal conto dell’intestataria».

È invece alla sola Corallo che si attribuisce la circonvenzione di un’altra ospite, affetta da manie di persecuzione e disturbi psichiatrici e indotta ad accendere un conto in Posta a lei cointestato.

Era il maggio del 2012 e da quel conto, il mese successivo, fu emesso un assegno di 20 mila euro: secondo le Fiamme gialle, tolta la parte destinata al mantenimento dell’anziana nella residenza per anziani, all’appello mancherebbero 10.741 euro. Ammonta invece a 31.519,23 euro il profitto che direttrice e vice avrebbero ricavato da un’ospite affetta da oligofrenia, attraverso la dismissione di buoni fruttiferi a lei intestati tra il 12 marzo e il 16 aprile 2016.

«Balza agli occhi – rileva il gip – la superficialità con cui operò il personale postale, accondiscendendo a prelievi di somme significative, per un importo ben al di sopra delle possibili esigenze dell’anziana». Tanto più, considerando che nel suo caso e in quello di altri due ospiti, le spese di mantenimento erano tutte a carico del Comune. Nessuna retta da pagare, insomma. Non a caso, l’annotazione di Pg evidenzia «l’elevato tenore di vita», in particolare, della Kopliku, tra «abiti e accessori di alta moda a fronte di uno stipendio di soli 14 mila euro lordi».

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