Raduno europeo a Tricesimo per i 40 anni di Mad Max

La terra come landa desolata dove disputarsi il tutto e per tutto. Razze in perenne via di estinzione e supermezzi che si sfasciano in lotte all’ultimo respiro a garanzia della sopravvivenza. Se nel futuro distopico immaginato da George Miller l’avvenire non è certo, certa è invece la fortuna della sua saga fantascientifica: Mad Max compie quest’anno quattro decadi.
Correva l’anno 1979 quando è uscito nelle sale “Interceptor”, che con un budget minimal stregò i botteghini. E Johnny Boy, portato sul grande schermo dall’attore australiano Tim Burns, diretto antagonista di un giovanissimo Mel Gibson (Max), sarà a Tricesimo sabato 28 e domenica 29 settembre: unica data europea per il quarantennale del primo capitolo della serie cult australiana.
Al film-debutto sono poi seguiti “Interceptor. Il guerriero della strada” (1981), “Mad Max oltre la sfera del tuono” (1985) e trent’anni dopo, con Tom Hardy al posto di Gibson, “Fury Road” (2015), l’unico a ottenere candidature agli Oscar e a vincere sei statuette (montaggio, sonoro, montaggio sonoro, scenografia, costumi e trucco). L’ex caserma Patussi, domenica, dalle 10, diventerà il “covo” degli appassionati della saga.
La vecchia struttura militare è stata il set di alcune scene dirette nei mesi scorsi da Eddie Beyrouthy e inserite nel documentario internazionale “Beneath the outback sun”, pensato per “festeggiare” degnamente il compleanno dalla casa di produzione Australiana Picture Lot.
La Patussi, d’altronde, ben si presta al ricreare atmosfere post apocalittiche e senza un domani. Riprese che si aggiungono a quelle girate in Australia, America, Giappone e Francia. Sabato, alle 21, invece, Burns incontrerà i suoi fan al teatro Garzoni.
Al termine dell’incontro, patrocinato dal Cec, sarà proiettato “The Madness of Max”, docufilm su come è stato creato quello che è ancora uno dei punti di riferimento della cinematografia fantascientifica. Con oltre quaranta interviste al cast e alla crew, ai produttori e ai progettisti delle moto, centinaia di foto del dietro le quinte e scene mai viste prima, con interviste di George Miller, Byron Kennedy, Mel Gibson, Hugh Keays-Byrne, Steve Bisley, Roger Ward, Joanne Samuel, David Eggby, Jon Dowding e molti altri.
Come ci è finito un pezzetto di Friuli nel documentario di Beyrouthy? La passione, si sa, riesce a smuovere montagne e fa sbocciare l’ingegno. Quello, in particolare, dell’udinese Roberto Della Ricca, deus ex machina pure della reunion con la complicità delle associazioni Aps la vecchia officina, Cingoli e ruote per conoscere la storia, Essere sul pezzo (Esp), Costrive e Cult of chrome.
«Ho collaborato all’organizzazione del raduno internazionale di Clunes, lo scorso febbraio. Nella città australiana – sottolinea l’esperto Della Ricca – è stato celebrato il 40° anniversario dell’uscita del primo film della saga, appuntamento che ha coinvolto migliaia di appassionati di tutto il mondo e il cast originale quasi al completo. In quell’occasione – chiarisce – sono iniziate le riprese di “Beneath the Outback Sun”, un vero e proprio film realizzato per raccontare attraverso le esperienze degli attori e dei componenti più conosciuti della community il successo indiscusso di questa pellicola che, a distanza di 40 anni, rimane un punto di svolta per l’intera cinematografia mondiale».
«Sono stato quindi contattato dall’attore australiano Tim Burns – spiega infine –, che mi ha chiesto di organizzare questo evento facendolo coincidere con le date del suo soggiorno in Italia per poter incontrare i suoi fan e per visitare una regione di cui ha tanto sentito parlare».
Ma questo è soltanto l’inizio di una proficua sinergia. Si guarda avanti, ai prossimi anniversari. Nel 2021 il quarantennale de “Il Guerriero della Strada (Road Warrior), mentre si raddoppia nel 2025, con i 40 anni di del terzo capitolo della saga “Oltre la Sfera del Tuono (Beyond the Thunderdome) e i 10 di “Fury Road”. Ad maiora!
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