Raccolta per Ettore «Era una truffa» Denuncia alla Postale

La pagina “Salviamo Elisa” mette anche in guarda da deprecabili truffe che avvengono sulla rete, facendo leva sulla generosità e sensibilità delle persone, soprattutto nei confronti di bambini malati....

La pagina “Salviamo Elisa” mette anche in guarda da deprecabili truffe che avvengono sulla rete, facendo leva sulla generosità e sensibilità delle persone, soprattutto nei confronti di bambini malati.

È accaduto così che 83 persone abbiano donato – complessivamente 1400 euro – a una fantomatica madre che denunciava la malattia del figlioletto. Ma ben presto si è scoperto che l’ignoto creatore dell’appello aveva creato una storia ad arte. Le denunce alla polizia postale sono già partite.

«Questo bambino – si legge nella pagina social, con tanto di documentazione fotografica che sventa la truffa – si chiama Chris non si chiama Ettore. Abbiamo contattato la signora che ha lanciato la raccolta fondi per un bambino di 4 anni di nome Ettore, le abbiamo fatto notare che quello in foto è un bambino americano. Prima ci ha bannato, poi ci ha ripensato e si è giustificata dicendo che la mamma non voleva mettere il suo piccolo online, quindi ha usato la foto di un altro bambino, si è scusata ed ha eliminato la foto. Abbiamo incalzato la signora con diverse domande, mettendoci a disposizione in caso di effettiva necessità, abbiamo chiesto un recapito telefonico che non abbiamo avuto, le risposte sono state molto evasive».

La documentazione medica presentata dalla presunta madre non risponde a quello che lei racconta e «Il referto sembrerebbe, fra l'altro un fotoritocco di un referto reperibile su Google. Ha raccolto più di 1400 euro con il volto e la sofferenza di un bambino. Secondo quanto riferito dalla signora il presunto nipotino si troverebbe a Cagliari, dovrebbe trasferirsi a Mantova, mentre nella raccolta fondi scrive Austria, ma il referto è di Cuneo».

L’unico modo per smascherare queste odiose truffe e allo stesso tempo garantire aiuto a chi ne ha davvero bisogno è segnalare tutti i casi sospetti alla polizia postale cercando di fare accertamenti prima di fare donazioni. Qualora si cada nella trappola è sempre bene denunciare il fatto, senza provare vergogna. Solo così si può evitare che altri siano ingannati. —

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto