«Quella barriera è il nostro muro: ci divide dalla città»

In via Cividale cominciata la raccolta di firme per il referendum In decine si sono presentati davanti alla pizzeria Bella Napoli
Di Davide Vicedomini
Udine 3 febbraio 2017 raccolta firme referendum treni Copyright Petrussi Foto Press Turco Massimo
Udine 3 febbraio 2017 raccolta firme referendum treni Copyright Petrussi Foto Press Turco Massimo

«Questa barriera è il nostro muro di Berlino. Di qua c’è Udine Est, di là c’è l’Ovest».

Mariastella Masetto è una delle prime firmatarie del referendum che vuole eliminare i cinque passaggi a livello in città. Con lei altre 57 persone hanno apposto il proprio nome sui fogli che saranno protocollati in Comune e saranno valutati dal garante. Saranno necessarie, entro fine febbraio, 100 firme per chiedere la consultazione popolare. Al banchetto organizzato davanti alla pizzeria Bella Napoli in via Cividale, luogo simbolo della battaglia, ieri mattina, c’era una lunga fila di residenti. Il comitato che ha proposito il quesito referendario parla già in termini di successo. «È la conferma – commenta il consigliere comunale Matteo Mansi – che questo è un problema sentito e condiviso. La raccolta delle firme vuole ricreare il senso della responsabilità, degli obblighi nei confronti della città nessuno escluso e ciascuno per la sua parte».

Margherita Bonina da anni abita a Udine est, prima in via dello Stella e poi in via Buttrio. Davanti alla sua abitazione c’è sempre quella “maledetta barriera”. «Conviviamo rassegnati – spiega – con i fischi dei treni, lo smog, il trambusto quando passano i convogli. L’anno scorso in un’abitazione di fronte al passaggio a livello è crollata anche la soffitta. Nonostante i proclami dei nostri politici regionali i vagoni carichi di merci passano ancora». Annalisa risiede in via Cividale «una strada molto trafficata - dice indicando -. Ci sono autobus e macchine che corrono a velocità elevata. A ciò si è aggiunta anche la polizia che ogni giorno a sirene spiegate si dirige verso la Cavarzerani. Vivere qui ormai è impossibile, ma non voglio andarmene via perché ho le mie radici. Quando quelle barriere si abbassano - aggiunge - i motori della auto rimangono accesi. I muri delle case come si può vedere si sono anneriti a causa dello smog. Dobbiamo per forza tapparci in casa per non respirare quell’aria».

Fuori dalla pizzeria il comitato ha attaccato dei manifesti di protesta, ma non solo. Si pensa già al dopo, a quando le sbarre saranno eliminate. «Vorremmo trasformare il quartiere in un’area verde con un percorso ciclo pedonale a misura di famiglia», dice Mariastella Masetto. Maurizio Cabai ormai ha perso il sonno di notte. Abita in via Fontanini, una strada attraversata da due passaggi a livello delle linee Udine – Tarvisio e Udine – Cividale. «Vengo svegliato dai rumori verso le tre, ma anch’io come molti altri non voglio traslocare. Continuo a stare qui per vincere la battaglia».

Quando costruì la sua casa, nel 1970, in via Musoni, Claudio Della Rossa era convinto che «da lì a pochi mesi – afferma - quei passaggi a livello sarebbero stati tolti. Già allora si parlava della realizzazione della tratta interrata dove dovevano essere spostati tutti i convogli. Invece ancora oggi ci ritroviamo a vivere blindati tra le nostre mura soprattutto d’estate. Le pareti tremano ad ogni passaggio dei treni. Non si può aprire le finestre perché l’aria è irrespirabile».

La trasformazione dell’ex Cavarzerani in centro di prima accoglienza dei profughi, secondo i residenti, non ha aiutato a sviluppare il quartiere. «Le nostre case sono state svalutate. Anche i negozi stanno chiudendo – continua Della Rossa -. Rimane solo un supermercato a tenere viva questa zona». «La situazione è disastrosa – sottolinea Ivana Frausin che abita in via dello Stella -. Si formano code fino in viale Trieste. E abbiamo paura. Viaggiano ancora i treni con i carichi di Gpl. Quando li vedo passare mi viene in mente la tragedia di Viareggio. E spero che non accada lo stesso qui».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto