Quel giorno che Fred Bongusto giocò una partita con il San Rocco

UDINE. Sicuramente un artista dalla voce calda e profonda. Di certo un personaggio dello spettacolo umile e disponibile, come non ne esistono più. Ma, evidentemente, non un calciatore dal piede sopraffino. In tutte e tre le vesti si è mostrato dalle parti di Udine Fred Bongusto, il cantante del grande successo “Una rotonda sul mare”, mancato venerdì a Roma, a 84 anni e sepolto ieri nella capitale. Dell’ultima versione, quella sportiva, c’è un aneddoto udinese che va raccontato. Ha a che vedere con un tesseramento lampo e con un rigore.
Anni Sessanta. Siamo nel quartiere San Rocco: il calcio, in zona, porta un unico nome, quello dello storico presidente Gianfranco Mazzoni.
«La squadra giocava in terza categoria nel campo di via della Roggia – racconta uno storico tifoso del San Rocco, Paolo Rodaro –. Una sera il presidente venne a sapere che Fred Bongusto era in zona per fare una serata. Andò dai ragazzi annunciando che lo avrebbe portato alla partita in programma domenica». Niente di più semplice…
«Allora era possibile cartellinare un giocatore anche per una sola gara, bastava consegnare un documento all’arbitro – aggiunge Rodaro –. Mazzoni sapeva che Bongusto, che ai tempi aveva una trentina d’anni, era un appassionato di calcio e un buon giocatore così lo raggiunse al locale dove si esibiva».
Al termine dello spettacolo il presidente del San Rocco si avvicina al cantante. “Gli domandò dei suoi programmi per la settimana – continua Rodaro – e quando Bongusto gli assicurò che si sarebbe fermato alcuni giorni prima di lasciare il Friuli gli chiese: ti va di venire al campo, domenica?». Una richiesta bizzarra, ma che trova nell’interlocutore una risposta altrettanto inaspettata: il cantante, senza alcuna incertezza, accetta.
«Quella domenica saremo stati oltre 2.000 tifosi al campo – prosegue la memoria storica di San Rocco – e tutti aspettavamo di vedere giocare Bongusto». Sull’andamento della gara i ricordi di Rodaro non sono del tutto nitidi, ma un episodio resta indimenticabile. «Stavamo pareggiando – afferma con il sorriso –. Ad un certo punto l’arbitro fischiò un rigore per noi e il presidente invitò il mister a mandare sul dischetto proprio Bongusto».
La tifoseria si accende: l’occasione per passare in vantaggio è lì, a un passo, gli occhi e i cori sono tutti per l’artista. E invece… Rodaro ride: «Incredibilmente, sbagliò! I tifosi, però, non la presero così male, in fondo il solo fatto di avere lì un uomo di spettacolo così famoso rendeva quella domenica una grande festa”.
Fred Bongusto, rivedibile come calciatore, ha dimostrato di essere uomo umile: «Ci ha colpito la sua disponibilità, rideva e scherzava con tutti: era davvero una bella persona – conclude Rodaro, che poi ricorda Mazzoni –. È stato un presidente incredibile, attento alla squadra e sempre propositivo: riuscì a portare Bongusto, ma fece conoscere ai giovani calciatori anche Alighiero Noschese, grande imitatore dell’epoca».
Una storia è ricordata nel libro Giorgio Stella, “Ti racconto San Rocco - storia di un suburbio tra luoghi e indentità” (tipografia Marioni) in cui l’autore dedica spezio anche alle realtà sportive locali.
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