Quel centro massaggi era “a luci rosse”

I clienti abituali già lo sapevano che il “massaggio coccoloso” in realtà era sinonimo di prostituzione. Gli altri, che probabilmente lo immaginavano o lo speravano soltanto, lo scoprivano quasi subito. Perché, secondo la ricostruzione degli inquirenti, le ragazze del centro massaggi “Piccola stella” si presentavano in abiti succinti e in breve tempo si spogliavano del tutto per offrire prestazioni sessuali ai clienti in cambio di 150 pagabili comodamente in cassa, ovviamente in nero. I titolari non soltanto erano al corrente di tutto, ma - a detta delle massaggiatrici - spingevano perché le ragazze offrissero il maggior numero possibile di prestazioni extra. Prestazioni che secondo i finanzieri portavano a un incasso mensile stimato di circa 40 mila euro esentasse. Ed è proprio in seguito a un normale controllo economico-finanziario che le fiamme gialle, coordinate dal comandante provinciale, colonnello Stefano Commentucci, hanno scoperto la vera natura del centro di via Albona 10 che ieri è stato posto sotto sequestro su disposizione del gip del tribunale di Udine, Paolo Lauteri, il quale ha accolto le richieste del pubblico ministero Claudia Danelon. Tre le persone indagate per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione: il cinese di 29 anni residente a Sacile, Junwei Lui titolare del centro e responsabile degli annunci pubblicitari apparsi su riviste e siti internet; la sua convivente Xiaoquin Zhong di 27 anni, titolare del sito internet dove venivano pubblicati gli annunci e del contratto d’affitto dove alloggiano le ragazze; e la direttrice del centro Licong Wu, anche lei cinese di 29 anni residente a Monfalcone. É proprio osservando alcuni annunci pubblicitari sul web che i finanzieri si sono insospettiti e hanno deciso di effettuare un controllo più approfondito. Appostati di fronte al centro, gli investigatori hanno scoperto che le presunte massaggiatrici abitavano tutte in un appartamento di via Monrupino, sempre nella zona di viale Trieste. E tutte venivano prelevate e riportate a casa dalla stessa automobile. Il centro era molto frequentato, ma solo da clienti maschi. C’erano professionisti, operai, giovani e anziani, molti dei quali sono stati sentiti dalla Gdf. La tariffa per gli extra era per tutti la stessa: 150 euro. Alle quattro ragazze dipendenti del centro, secondo quanto ammesso da loro stesse, restava una percentuale prestabilita. E, come compenso per la loro attività, avevano anche a disposizione l’appartamento di via Monrupino. Le ragazze hanno riferito di aver offerto prestazioni sessuali in accordo con i titolari, ma di non aver mai consumato rapporti completi. Nemmeno quando i clienti sceglievano il “massaggio speciale”.
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