Quando il partito si “ritira” Carica di civiche alle urne

Traina solo il simbolo della Lega che sarà presente in 23 liste, assente il M5s Profilo basso per Pd e Forza Italia. Fdi correrà in 5 comuni, Progetto Fvg in uno 



Nelle elezioni amministrative la politica con la “p” maiuscola conta fino a un certo punto. A spostare gli equilibri sono le persone. Non è un caso, quindi, se alle elezioni comunali del 26 maggio, di simboli nazionali, se ne vedranno pochi, con una netta prevalenza di liste civiche. A farla da padrone, negli 86 Comuni al voto in provincia di Udine, sarà l’emblema della Lega, presente in 23 liste (con altre 2 che utilizzeranno il termine “lega” nella denominazione), seguito, a debita distanza, dai richiami al Pd, con la parola “democratico” o “democratica” che apparirà in 5 Comuni. Cinque anche i simboli di Fratelli d’Italia, 2 quelli di Forza Italia, 1 di Progetto Fvg. In nessuna delle liste in provincia di Udine ci sarà il logo del Movimento Cinque Stelle. Inutile nascondersi dietro a un dito: attualmente il Carroccio è sulla cresta dell’onda e utilizzare quel simbolo, sfruttando anche il traino delle Europee, può essere un vantaggio. Preferiscono mantenere un profilo basso, al contrario, Pd e Fi, che non stanno vivendo un momento particolarmente felice. Sorprende vedere il simbolo del M5s solo a Porcia, segno tangibile delle difficoltà dei grillini ad avere presa a livello locale. «Il nostro emblema piace e ha certamente un enorme effetto traino – ammette il presidente della Lega Fvg, Mario Pittoni –. Siamo il primo partito in Italia e rischiamo di esserlo anche in Europa. Evidentemente la nostra “rivoluzione del buon senso” piace ai cittadini».

Cristiano Shaurli, segretario dem regionale, spiega la scelta di non utilizzare in maniera “massiccia” il simbolo del Pd. «Si andrà al voto in Comuni che per l’80 per cento sono sotto i 5 mila abitanti, dove quindi è più facile raccogliere persone attorno a un progetto civico – afferma –. Siamo soddisfatti del percorso che ci ha portato alla costituzione delle liste». A preoccupare Shaurli è la difficoltà a trovare persone disposte a impegnarsi a favore della propria comunità: «In questa tornata elettorale ci saranno molte monoliste o liste civetta. Serve un confronto su questo tema, perché nei piccoli comuni è sempre più complicato garantire l’alternanza democratica. Manca la motivazione e forse anche un incentivo economico per chi decide di diventare un amministratore locale».

Fratelli d’Italia sarà presente in 5 Comuni della provincia di Udine con il proprio simbolo. «Nelle località più rappresentative, e cioè a Tolmezzo e a Pasian di Prato, ci è parsa una scelta doverosa – chiarisce il coordinatore provinciale Gianni Candotto –. Nel resto dei comuni abbiamo lasciato libertà di scelta ai candidati che hanno valutato come meglio comportarsi». Chi invece preferisce tenerlo “nascosto” il proprio emblema, è Forza Italia, che non sta vivendo un momento di popolarità. Solo in 2 Comuni ci sarà il simbolo forzista: a Pasian di Prato e a Castions di Strada. Una sola lista marchiata per progetto Fvg. «Saremo presenti in quasi tutti i comuni all’interno di liste civiche e per questo siamo soddisfatti – chiarisce il coordinatore regionale Ferruccio Saro –. Il nostro obiettivo non era presentare il simbolo, ma dare un contributo a liste con reali possibilità di vittoria».

Se a Roma il M5s è al governo, a livello locale fatica a imporsi: «Dobbiamo fare autocritica su questo – afferma l’europarlamentare Marco Zullo –. Facciamo fatica a riunire cittadini che abbiano voglia di mettersi in gioco al livello amministrativo più basso. Paghiamo anche il fatto di non fare alleanze nei Comuni». C’è poi il “caso” Corno di Rosazzo. Dove il simbolo della Lega pareva scontato, era a Corno di Rosazzo. E invece il sindaco uscente, nonché parlamentare del Carroccio, non lo utilizzerà: «Ho scelto di portare avanti il simbolo del gruppo nato 15 anni fa per rispetto di chi mi ha preceduto – dice Daniele Moschioni –. Non ho mai approfittato della popolarità della Lega e mai lo farò. A me le mode non piacciono». —



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