«Quando il nuovo presidente criticò il Comparto unico»
UDINE. «Lo conobbi durante i miei viaggi romani. Andavo per partecipare alle riunioni del Ppi e poi della Margherita, ma anche per problemi legati alla Regione». Chi parla è Antonio Martini, ex presidente del Consiglio regionale del Fvg. «Mattarella - insiste - me lo ricordo come una persona preparata, rigorosa, delicata».
Del Capo dello Stato Martini ha diversi ricordi, ma quello che gli è rimasto più impresso è relativo a un colloquio che concerneva la riforma del Comparto unico della nostra Regione.
«Ricordo perfettamente - dica ancora Martini - che mi disse che forse avevamo sbagliato approccio. Gli chiesi spiegazioni e lui mi spiegò che prima di affrontare il problema dell’uniformità degli stipendi tra i dipendenti di Regione ed enti locali sarebbe stato meglio concentrarsi sul nodo delle funzioni e delle deleghe, quello che appunto giustificava un cambio di rotta. Me lo disse con estrema delicatezza, quasi temendo di entrare in questioni che non gli competevano. Capii da quell’incontro che aveva un approccio molto rigoroso sul tema della spesa pubblica».
Martini rivela che gli viene da sorridere al pensiero che Renzi, «il quale sembra un fanfaniano, abbia scelto un moroteo. Sembra proprio una nemesi storica». Martini non teme di affermare che Martarella potrebbe essere un «nuovo Einaudi: concreto, di poche parole, rigoroso e punto di riferimento per tutti».
Anche l’ex senatore diccì, Diego Carpenedo, ha conosciuto Mattarella durante le tante riunioni della corrente morotea di cui pure lui faceva parte.
«In realtà - spiega meglio l’ex parlamentare - avevo avuto modo di conoscerlo prima di arrivare a Roma come senatore, perché in quei tempi nella Dc le correnti erano abituate a incontri abbastanza frequenti. In quegli anni si discuteva su tutto quanto doveva essere deciso poi sia a livello del partito sia di governo».
Del nuovo presidente della Repubblica, Diego Carpenedo dice che è una persona oltremodo educata e altrettanto discreta e che sa ascoltare come poche.
«Uno, insomma, che non alza mai la voce contrariamente a quasi tutti i politici che ho conosciuto. Lui non va mai sopra le righe. Ma è inutile che aggiunga altro, visto che in questi due giorni è già stato detto e scritto tutto. E io non voglio ribadire questi concetti. Tuttavia, una cosa mi sento di contestare al tam tam di queste ultime ore. E cioè che qualcuno ha paragonato il nuovo Capo dello Stato a Scalfaro. Per quanto mi riguarda, posso dire con certezza che si tratta di un paragone improponibile, azzardato, inventato».
«Conosco da molto tempo Sergio Mattarella, come ho conosciuto personalmente il fratello Piersanti all’epoca in cui era a capo della Regione siciliana. Ho avuto modo di incontrare il neo presidente - spiega dal canto suo Giuseppe Tonutti, già senatore della Democrazia cristiana, nonché esponente di allora della Dc friulana e nazionale con incarichi di tutto prestigio - in diverse occasioni della vita del mio partito, negli anni ’80, e ricordo, in particolare, alcuni momenti conviviali calorosamente condivisi con gli amici ed esponenti della Dc friulana. Mi ha legato a lui - aggiunge - una sincera amicizia, fondata su una visione comune degli ideali che hanno ispirato la nostra azione politica; con questo ricordo oggi rivolgo a lui il personale augurio di buon lavoro nel più alto e prestigioso incarico istituzionale del Paese».
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