Puzza dalle lettiere, allevatori di polli a processo

È stata la battaglia del Comitato di salvaguardia dietro al Castello, costituitosi parte civile con l’avvocato Marco Rebecca a portare il caso dell’allevamento intensivo di polli a Caneva all’attenzione della Procura. Ieri mattina il gup Rodolfo Piccin ha rinviato a giudizio i rappresentanti legali della società agricola Castello ss di Marco Palù & C per inquinamento ambientale, emissioni in atmosfera e mancanza dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività zooavicola.
II processo per Marco Palù, 43 anni, nativo di Sacile e residente a Caneva e per Michele Piccoli, 50 anni, originario di Conegliano e residente a Godega di Sant’Urbano, comincerà il 15 maggio 2020 dinanzi al giudice monocratico Piera Binotto. Entrambi gli indagati sono difesi dagli avvocati Alessandro Michielan e Giorgio Bortolotto del foro di Treviso.
Palù e Piccoli sono accusati di aver esercitato fino al 23 aprile 2015 l’attività di allevamento intensivo di pollame in assenza dell’autorizzazione integrata ambientale (Aia) in un impianto avicolo con più di 40 mila capi (gli inquirenti hanno calcolato all’epoca dei fatti contestati 120 mila polli). Sono accusati anche di getto pericoloso di cose per l’emissione di polveri e affluenti gassosi provenienti dai capannoni dove allevavano i polli fra il 15 e il 28 maggio 2013. Da qui le proteste per gli odori nausebondi da parte del Comitato dei cittadini.
. Quanto all’accusa di inquinamento ambientale, la Procura ha ipotizzato che sia stata violata una prescrizione dell’Aia che imponeva la copertura delle vasche dell’impianto di abbattimento delle polveri. Gli inquirenti hanno osservato che dai monitoraggi condotti dall’Arpa erano stati accertati nell’atmosfera picchi di ammoniaca superiori ai livelli di aria non inquinata: 70 microgrammi per metro cubo il 28 luglio 2015, picchi anche sui 60 microgrammi per metro cubo il 10 gennaio, 17 marzo, 29 giugno e 10 agosto 2017.
La perizia commissionata dal Comitato all’ingegnere Alberto Giusto e al biologo Fulvio Daris ha rilevato picchi ciclici di ammoniaca durante lo svuotamento e la rimozione delle lettiere quando i polli venivano portati al macello.
La richiesta di rinvio a giudizio è nata in realtà da un’imputazione coatta. Il pm Pier Umberto Vallerin aveva infatti chiesto l’archiviazione, osservando come le accuse non avessero trovato «pieno e oggettivo riscontro le dichiarazioni rese nelle denunce agli atti e nelle sit» acquisite dai residenti che abitavano più vicini all’allevamento e come grazie alle migliorie apportate con gli impianti di assorbimento di polveri e odori non fossero stati poi piùrilevati superamenti della soglia limite di ammoniaca nell’aria.
Secondo il pubblico ministero nel corso degli ultimi anni gli odori molesti erano stati di carattere episodico e «riconducibili piuttosto a un superamento del parametro della “normale tollerabilità”, eventualmente suscettibile di sanzione in sede civilistica (...), ma non tali da infrangere l’alveo della “stretta tollerabilità” per constante giurisprudenza individuato quale criterio di giudizio (...) cui ancorare la responsabilità penale». —
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