Pugni e insulti razzisti a un giovane di colore in un bar
Il ragazzo di 18 anni era nel locale e al momento del conto è nato un diverbio con il titolare del locale e suo figlio, entrambi rinviati a giudizio
Tutto è iniziato in un bar con un bancomat che non voleva funzionare. I pugni, le minacce e gli insulti riferiti al colore della pelle sono arrivati dopo, nei confronti di un ragazzo di 18 anni di origine dominicana che per questo ha denunciato Luigi Tedeschi, 61 anni, e Gabriel Tedeschi, 24 anni, padre e figlio residenti a Chiopris Viscone, assistiti dall’avvocato di fiducia Francesco De Monte.
Per entrambi il giudice per l’udienza preliminare Mariarosa Persico ieri ha disposto il rinvio a giudizio all’udienza del 13 marzo.
Il primo deve rispondere dell’accusa di lesioni personali aggravate, il secondo di minacce aggravate in relazione a fatti accaduti fra agosto e settembre del 2021 all’interno di un bar.
Il giovane ci era andato con un amico per bere qualcosa la sera del 21 agosto del 2021.
Al momento di pagare, però, era nato un battibecco con il titolare del locale, Luigi Tedeschi. È a quel punto che sono volate parole pesanti: «Negro di m...» si era sentito dire dall’uomo, poco prima che dalle parole si passasse alle mani.
E poi erano volati anche i pugni, tanto che il giovane dominicano aveva dovuto ricorrere alle cure dei medici che gli avevano diagnosticato lesioni guaribili in otto giorni. Il 24enne, poi, era intervenuto in difesa del padre e aveva minacciato di ucciderlo.
Minacce che aveva reiterato al giovane dominicano tre settimane più tardi, dopo aver inutilmente cercato di convincerlo a ritirare la querela.
Fin qui la versione che quest’ultimo aveva fornito ai carabinieri cui aveva presentato denuncia.
«La vicenda – spiega il legale di entrambi gli imputati – ha contorni molto più complessi che affioreranno in dibattimento attraverso le dichiarazioni dei testi che produrremo, per questo abbiamo rifiutato i riti alternativi.
La versione fornita dalla persona offesa non collima nemmeno con quella del suo amico. Dal diverbio nato sul conto e da alcune frasi fraintese è nata una colluttazione in cui anche il mio assistito ha ricevuto un pugno» chiarisce.
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