Prosecco a marchio Unesco: il Friuli crede in ricadute d’immagine positive

UDINE. Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco piacciono ai vignaioli del Friuli Venezia Giulia, produttori di Prosecco compresi. In linea di massima tutti leggono il riconoscimento come una nota di merito al sacrificio fatto negli anni dagli imprenditori del comparto, soprattutto per il mantenimento e la tutela dell’ambiente.
Sui riflessi che il marchio Unesco potrebbe portare anche in Friuli, invece, c’è disparità di vedute. Marco Lorenzonetto, produttore di Latisana (imbottiglia Prosecco fin dai primi anni ’90), è revisore dei conti del Consorzio: «È un ottimo risultato soprattutto dal punto di vista mediatico, che può diventare un’arma a doppio taglio se dovesse affievolirsi il trend delle bollicine. Ottenuto il marchio Unesco non si può più tornare indietro. Ma voglio essere fiducioso, e pensare che durerà a lungo».
Difficile, in questo momento, immaginare un ritorno diretto per i produttori friulani: «Potrebbero esserci dei riflessi positivi anche per le coltivazioni per la vicinanza con i territori riconosciuti dall’Unesco. Staremo a vedere».
Dario Ermacora, di vini e di agricoltura se ne intende, da imprenditore oltre che per aver ricoperto il ruolo di presidente di Coldiretti. «Il riconoscimento ottenuto dalle zone di Conegliano e Valdobbiadene è certamente un vantaggio dal punto di vista dell’immagine – spiega – e sono certo potrà portare benefici anche al nostro territorio.
Ma voglio andare oltre, mettendo in evidenza come il marchio Unesco vada considerato come un premio all’attività vitivinicola in sé, a chi gestisce il paesaggio e valorizza il territorio. Da qui si deve avviare una riflessione per favorire e tutelare la produzione in collina, in sofferenza in quanto si trova ad avere costi più alti che non sempre il mercato riesce a riconoscere».
Alessandro Baccichetto è un produttore di Precenicco. È preoccupato per i risvolti pratici che il riconoscimento Unesco potrebbe portarsi dietro: «Parliamo di un marchio positivo per l’immagine di un territorio e di una produzione – chiarisce – resta da capire se ciò comporterà dei vincoli per le coltivazioni. Non credo ci saranno vantaggi per noi in Friuli: il Valdobbiadene è qualcosa di lontano dalla nostra realtà».
Franco Bagnarol, vignaiolo di San Vito al Tagliamento, vede la cosa da un altro punto di vista: «Perché non pensare a un allargamento della zona Patrimonio dell’Umanità a una parte del Friuli Venezia Giulia? – si chiede –. Dopotutto la barbatella proviene proprio da questa regione e da Prosecco in particolare. Potrebbe essere un giusto riconoscimento per questo territorio».
Adriano Gigante, presidente del Consorzio delle Doc Fvg, resta più scettico: «Non si può pensare di vivere di riflesso rispetto a quanto accade nel vicino Veneto: dobbiamo riuscire a realizzare qualcosa di nostro in grado di migliorare la nostra riconoscibilità a livello internazionale.
Non credo che il marchio Unesco al Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene potrà portare benefici al nostro territorio, ma certamente non farà nemmeno danni. Va letto in maniera positiva come riconoscimento a un intero comparto». Fulvio Lovisa, presidente della Cantina cooperativa di Rauscedo, invece è certo che i vantaggi ci saranno anche per la nostra regione: «La gente arriverà anche da noi e vorrà conoscere le nostre produzioni.
È importante che il Veneto sia riuscito a raggiungere questo risultato». Pietro Biscontin, già presidente del Consorzio delle Doc Fvg, dà merito ai produttori veneti per il risultato ottenuto, ma rilancia la sfida a quelli friulani: «Sarebbe auspicabile avviare un ragionamento di questo tipo anche per il Collio italiano e per quello sloveno. Spero che quanto accaduto con il Prosecco possa servire da stimolo ai nostri produttori per accelerare questo percorso».
Mirko Bellini è direttore commerciale La Delizia: «La “bandierina” Unesco è utile a tutto il comparto, e credo che anche i produttori di Prosecco in Friuli sapranno capitalizzare questo risultato».
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