Prosdocimo, indaga Pordenone

PASIANO
Pestaggio di Alessio Prosdocimo, il figlio del titolare dell’azienda pordenonese “Roiatti traslochi”: il fascicolo passa alla Procura di Pordenone per competenza territoriale.
È stata infatti trasferita da Treviso a Pordenone l’inchiesta sul pestaggio del 25enne residente a Meduna di Livenza con la famiglia: la Procura trevigiana ha deciso il trasferimento del fascicolo in quanto il reato è stato consumato nelle campagne di Pasiano e non in provincia di Treviso.
Sarà quindi la magistratura pordenonese a perseguire i due ventenni rumeni, Onisor Ionut Ivanciu e Gheorghe Spiridon, autori materiali del pestaggio e a continuare le indagini per individuare il mandante. Gli inquirenti trevigiani hanno infatti rinvenuto nell’armadio di uno dei due rumeni una copia della carta d’identità di Alessio con scritto sul retro le istruzioni per i due malviventi.
I fatti risalgono al 20 settembre dell’anno scorso: Alessio venne sequestrato verso le 20 mentre passeggiava nel parco San Bellino di Meduna e portato in mezzo alle campagne pasianesi, ad una quindicina di chilometri da Meduna. Il giovane venne brutalmente picchiato ed abbandonato, dopo aver sottratto entrambi i telefoni cellulari che aveva con se, in mezzo al nulla. Al buio e senza punti di riferimento il giovane riuscì a raggiungere l’abitazione più vicina e a chiedere aiuto poco dopo le 23.
La famiglia pasianese vide il giovane tutto sporco di fango ed in evidente stato di shock, avvicinarsi alla loro abitazione, segnalato anche dai cani che iniziarono ad abbaiare. Alessio raccontò loro la sua storia e chiese aiuto per tornare a casa. I pasianesi gli chiesero se non volesse andare in ospedale ma Alessio ribadì la sua volontà di tornare a casa. Venne così accontentato e riaccompagnato a casa, a pochi passi dal centro di Meduna. Il giorno dopo le botte, Alessio finì in coma farmacologico e venne operato a causa di un’emorragia interna. Fortunatamente le sue condizioni sono via via migliorate ed ora il giovane ha ripreso la sua vita.
Il 24 novembre scorso, grazie al particolare della targa straniera di cui Alessio si era ricordato, le forze dell’ordine arrestarono i due giovani rumeni autori materiali del reato. Resta il buio sul mandante di quella che sembra sia stata una vera e propria “spedizione punitiva”: toccherà agli inquirenti pordenonesi fare luce su questa drammatica vicenda.
Claudia Stefani
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