Pronto soccorso, De Santi guida la terna di candidati all’incarico di primario

C’è la dottoressa Laura De Santi, in pole position, per l’incarico di primario di pronto soccorso e medicina d’urgenza all’ospedale di Pordenone. Il concorso si è concluso con il lavoro della commissione esaminatrice, che ha indicato i tre candidati migliori tra cui il direttore generale dovrà scegliere il nuovo primario: De Santi è prima.
Sette erano stati i medici che avevano presentato domanda di partecipazione, cinque quelli che si sono presentati alla prova nei giorni scorsi. Esami per titolo e colloquio, come prevede la legge. In commissione componenti esterni (unico locale e di diritto era il direttore sanitario Giuseppe Sclippa). Al termine dei lavori, è stata individuata la terna: al primo posto Laura De Santi, seguita da Michele Alzetta e al terzo posto Nicola Guglielmo.
Come prevede la legge, adesso la direzione generale dovrà approvare il lavoro della commissione e scegliere il nuovo primario. Anche in questo caso è una norma a disciplinare la materia, stabilendo che il direttore generale può scegliere tra uno dei tre candidati, ma se non dovesse indicare il primo deve fonire una adeguata motivazione. Nella storia recente dell’Aas 5 sono stati rari i casi in cui il direttore generale non abbia scelto il primo.
Laura De Santi è dirigente medico del pronto soccorso dell’ospedale di Pordenone da molti anni, è referente per la degenza breve internistica e l’osservazione breve intensiva. Dal pensionamento del predecessore Francesco Moscariello, è primario facente funzione del reparto.
Primo step superato anche per il concorso per individuare il sostituto del dottor Flavio Bassi alla guida della anestesia e rianimazione 1 sempre dell’ospedale di Pordenone, selezione che si è aperta a gennaio. Entro fine febbraio andavano presentate le domande. I candidati alla guida del reparto sono quattro, tutti ammessi perché in possesso dei requisiti previsti dal bando. Già nominata la commissione che dovrà esaminare gli aspiranti primari. —
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto