Programmi Sky “piratati” Pagava uno, vedevano tutti

Un decoder collegato al web che si agganciava a un sito illegale e, dietro versamento di una quota, permetteva di avere accesso illegalmente ai servizi a pagamento delle tv satellitari e digitali. Il nuovo fenomeno di “pirateria televisiva” è stato scoperto dalla procura di Catania che ha ordinato circa 200 perquisizioni domiciliari in tutta Italia. La polizia delle comunicazioni di Pordenone ne ha effettuata una a Fontanafredda, dove un 30enne è indagato per due ipotesi di reato: frode informatica e violazione della legge sul diritto d’autore. Complessivamente sono 177 le persone iscritte sul registro degli indagati: 17 sono gestori di server e 160 i clienti che usufruivano del servizio; il trentenne di Fontanafredda rientra in questo gruppo.
Le perquisizioni sono state eseguite in 25 province nell’ambito dell’inchiesta della procura di Catania contro il fenomeno di pirateria televisiva denominato “card-sharing”, che permette la visione a prezzi fuori mercato, su siti internet tramite un server pirata, di prodotti a pagamento delle pay tv.
Il meccanismo, secondo la ricostruzione degli inquirenti, era legato a un collegamento online di un decoder che si “agganciava”, tramite il web, a un sito illegale che dietro il versamento di una cifra che oscillava tra i 100 e i 400 euro l’anno, permetteva di avere accesso a tutti i servizi a pagamento delle emittenti televisive satellitari o digitali.
La complessa attività investigativa, svolta con il diretto coordinamento del servizio della polizia delle comunicazioni, è stata sviluppata con l’ausilio di un’apposita piattaforma informatica, creata ad hoc dagli esperti della Polposta di Catania, in grado di svolgere un’analisi e monitoraggio della rete che ha consentito di individuare gli utenti coinvolti a vario titolo nelle attività illegali.
Come detto, la polizia delle comunicazioni di Pordenone, guidata dal comandante Antonio De Maio, ha eseguito una perquisizione domiciliare a Fontanafredda, nell’abitazione di un trentenne al quale è stato sequestrato un decoder. Nella sostanza, è il sospetto degli inquirenti, è stato trovato un sistema che permette di fare pagare più abbonamenti alle pay tv a un solo cliente, viceversa, con un solo abbonamento “ribattuto” on line si permette a più utenti di seguire le stesse trasmissioni. Ad esempio: con un solo abbonamento a Sky tv, attraverso l’utilizzo di un server on line, è possibile far vedere gli stessi programmi a molti altri, creando così un danno alla stessa azienda. Molte perquisizioni hanno riguardato server completi attraverso le quali la polizia postale è risalita ai fruitori, anche per capire quali siano eventuali “buchi neri”, ovvero ancora non conosciuti, del sistema della frode informatica. L’obiettivo era di usufruire di un beneficio che era condizionato e protetto dall’abbonamento, da qui la violazione della legge sul diritto d’autore. L’indagato di Fontanafredda è sospettato di avere beneficiato dei servizi pay tv senza pagare l’abbonamento.
I gestori di server sono stati individuati a Catania, Palermo, Messina, Siracusa, Ragusa, Agrigento, Napoli, Pisa, Vibo Valentia, Catanzaro e Macerata.
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