Progetto Latisana chiede unità Fdi insiste: il candidato è Sette

Non si gioca a freccette tentando di centrare il papabile di turno. A sottolinearlo, nel corso della complessa trattativa intavolata, ormai da settimane, tra gli alleati di centrodestra, è Progetto Latisana. La civica, costola locale di Progetto Fvg per una Regione speciale, critica il toto-nomi sui possibili candidati a sindaco della città, ipotizzati dagli alleati.
Secondo le componenti della civica deve continuare a prevalere l’unione della coalizione: «Troveremo una sintesi, sono fiducioso», afferma infatti il capogruppo Ezio Simonin. Dopo aver lanciato e ritirato persone come Antonio Dalla Mora e Aldo Pavoni, la Lega nei giorni scorsi ha tirato in ballo anche il ristoratore Carlo Tria, capogruppo in consiglio comunale.
Un’altra meteora? «I lettori del Messaggero Veneto hanno appreso l’ulteriore nome di un possibile candidato sindaco di Latisana espresso dalla Lega locale nella persona di Tria: si accoda ad altri nomi, di partito e non, di proprio gradimento che la Lega ha proposto pubblicamente – dice Simonin, anche a nome delle venti persone della lista presentata nelle scorse settimane –. Questa cosa, oltre a ingenerare qualche elemento di confusione sugli intendimenti della Lega stessa, non fa un buon servizio alle persone proposte le quali rischiano di venir utilizzate come un bene di consumo. Progetto Latisana in questo confronto ha ritenuto di non avanzare proprie candidature: non certo perché non avesse persone preparate per tale carica, ma lo ha fatto per poter esercitare un ruolo costruttivo, di mediazione rispetto alle legittime ambizioni di alcune persone di altrui estrazione. Ambizioni che, però, devono confrontarsi anche con una certa meritocrazia. L’immagine di una persona è anche nei suoi laboriosi silenzi».
Già alla fine dello scorso anno, Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Progetto Latisana, infatti, avevano annunciato la volontà di presentarsi compatti all’appuntamento elettorale di ottobre. Proposito seguito, soprattutto, alla scottatura procurata dalle amministrative del 2016, quando per una manciata di voti (quattordici) il centrodestra spaccato perse le elezioni.
«È anche una questione di serietà dovendo proporre un candidato sindaco quale persona di sintesi di liste che si ripromettono di far ripartire Latisana dopo cinque anni di amministrazione non certo esaltante – prosegue Simonin –: il buon lavoro deve partire dall’inizio. Questo concetto vale per una rilevante, assordante, assenza priva di concrete giustificazioni nel versante amministrativo per la quale, per ora, continuiamo a glissare perché ne va del buon nome del Comune di Latisana».
A meno di due mesi dalle urne siamo, ormai, all’acme della trattativa: o qualcuno fa un passo indietro o l’alleanza si spezza. Per ora Fratelli d’Italia continua a puntare su Lanfranco Sette, avvocato e presidente dell’Interporto di Cervignano, e presto ufficializzerà le proprie decisioni, mentre Lega e Forza Italia, oltre a Tria, premono per l’azzurro Sandro Vignotto, geometra, anch’egli capogruppo in Consiglio. —
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