Processo per la gestione del Cie prescrizione per il viceprefetto

Uscita dal procedimento principale, Allegretto rischia analogo esito per l’altro filone L’accusa ha chiesto al giudice di astenersi dalla decisione. La difesa: «Inammissibile»
Bumbaca Gorizia 02/08/08 CPT - Foto di Valentina Balbi
Bumbaca Gorizia 02/08/08 CPT - Foto di Valentina Balbi



Contrariata, a dir poco. «Non parlo, non c’è nulla da dire». È scura in volto il viceprefetto di Udine, Gloria Allegretto, quando lascia l’aula dell’ex Corte d’Assise del tribunale di Gorizia: ieri mattina si è celebrata quella che doveva essere l’ultima udienza del processo che vede l’attuale braccio destro del prefetto Angelo Ciuni, accusata dalla Procura isontina di aver attestato in maniera falsa la sostanziale correttezza dei pagamenti effettuati dalla Prefettura di Gorizia a favore della cooperativa Connecting People di Trapani, che gestiva nel periodo oggetto d’indagine (marzo 2008-luglio 2011) il Cie e il Cara di Gradisca d’Isonzo. Un filone del processo principale, dal quale Allegretto è uscita di scena l’altroieri, quando il tribunale presieduto dal giudice Marcello Coppari - dopo quasi tre ore di camera di consiglio - ha dichiarato il “non doversi procedere” per intervenuta prescrizione per lei e per Telesio Colafati, all’epoca dei fatti funzionario prefettizio nel capoluogo isontino.

Una decisione contro la quale il legale di Allegretto, l’avvocato Giuseppe Campeis, ha preannunciato la volontà di ricorrere in appello, con l’obiettivo di ottenere un’assoluzione con formula piena.

Ieri, il colpo di scena. Perché durante l’udienza del processo sulla relazione firmata dalla Prefettura, l’accusa (rappresentata dal pm Valentina Bossi), ha sostanzialmente ricusato il giudice Coppari, in quanto presidente del collegio del filone principale del processo su conteggi e pagamenti delle strutture di accoglienza gradiscane.

Toccherà ora al presidente del Tribunale di Gorizia, Giovanni Sansone, decidere sull’eventuale incompatibilità, che farebbe ripartire da zero il processo, consegnandolo inevitabilmente alla prescrizione, che scatterebbe a ottobre. «Era dai tempi di Tangentopoli che non mi capitava di vedere un’accusa propensa alla prescrizione – indica l’avvocato Campeis –. Mai invece una contestazione della terzietà e della imparzialità del giudice da parte dell’accusa, peraltro ad esito di una lunga istruttoria dibattimentale, nella fondata previsione di un giudizio assolutorio. La Procura di Gorizia che aveva già ottenuto, con ferma opposizione della difesa, quest’ultimo rinvio, preso atto della emersione delle carenze investigative e della evidenza di errori nei conteggi posti a base del preteso falso, ha proposto una sorta di ricusazione, invitando il giudice Coppari ad astenersi dal decidere. Una richiesta né nei termini né nelle forme proprie e quindi inammissibile. Così si allontana ancora per la dottoressa Allegretto la fine di una vicenda giudiziaria che non aveva motivo d’iniziare, con buona pace del suo diritto fondamentale garantito multilivello ad un giusto processo di ragionevole durata». —





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