Prima famoso, poi nella polvere: ecco la triste parabola di “Mandi Mandi”

UDINE. Mandi Mandi. Suona terribilmente profetico l’alias televisivo del comico milanese. A 57 anni Marco Milano si ritrova infatti in povertà, senza fissa dimora, “sfrattato” dalla televisione e dalle ribalte dei teatri.
La notorietà degli anni ’90, quando vestiva i panni di un dinoccolato giornalista friulano avvezzo a esagerati superlativi per “Mai dire...” è sempre più lontana anche se il ricordo di quel personaggio, specie in Friuli, non rischia di sbiadire.
Indimenticabile “Bruno mole il bevi”, la bonaria pressa in giro al nostro Bruno Pizzul, all’epoca voce del calcio italiano. Molti lo amavano riconoscendogli il merito di aver sdoganato il saluto in marilenghe all’Italia incollata davanti al piccolo schermo, altri meno, avendoci visto invece solo un dileggio al vernacolo locale.
Poco conta quale fosse la verità. Quel saluto, appreso durante il servizio militare in Friuli, Milano l’aveva trasformato un marchio di fabbrica che dagli anni’ 80 è rimbalzato in queste ore sul web. Titola TgCom24: Marco Milano, il popolare Mandi Mandi: “Non ho più niente ma vorrei tornare a lavorare”.
Il comico racconta di aver passato un periodo drammatico a causa di guai con il fisco. Di essere rimasto senza nulla dopo il pignoramento di casa e beni.
L’intervista rimbalza sui siti. Si moltiplica su giornali di gossip, canali youtube e quotidiani perché Milano ha scritto un pezzetto di storia della tv italiana. Poco importa se da qualche tempo fosse sparito dalle scene. È lo show biz. Oggi ci sei, domani no.
Fa parte del gioco e così, in questi anni, probabilmente in pochi si sono chiesti dove fosse finito Mandi Mandi. La verità non fa ridere.
«Nel 2008 – racconta il comico a Tgcom24 – l’Agenzia delle entrate ed Equitalia hanno iniziato a mandarmi una serie di cartelle esattoriali pesantissime. I miei commercialisti per quattro anni avevano sbagliato tutte le dichiarazioni e così mi sono trovato a fare i conti con debiti verso lo Stato che non potevo sostenere.
Mi hanno portato via la casa e tutto quello che avevo guadagnato negli anni. Mi hanno completamente distrutto. Fino a quel terribile 2014».
Milano perde in quell’anno il padre e viene lasciato dalla compagna. Cade vittima di una terribile depressione, si isola, i sanitari del 118 lo trovano in stato di deperimento e lo salvano “prendendolo” letteralmente per i capelli.
Oggi vive senza fissa dimora. Tra Puglia, Friuli e Veneto. Da amici. «Ma non vorrei vivere sulle spalle degli altri, non sto chiedendo la beneficenza – dice ancora –: è il lavoro che ti sostiene, lavorando uno può riprendersi».
Esordiente al Derby di Milano nel 1980, nel 1985 è notato da Claudio Cecchetto che lo vuole su Italia 1 nel suo programma Zodiaco. Inizia così una lunga fortuna televisiva che il comico accompagna a un’attività di scrittura per colleghi come Boldi e Teocoli.
La grande popolarità arriva negli anni’ 90 poi, 2014 sparisce, fino all’appello di questi giorni: «Se ci fosse lavoro – conclude – tornerei a vivere».
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