Preso il rapinatore delle Poste: i soldi gli servivano per sbarcare il lunario

Domenico Palazzo, 59 anni, era appena uscito dal carcere dopo avere scontato una pena di 8 mesi per un colpo precedente. I carabinieri lo hanno individuato alla stazione delle corriere di Udine
Udine 26 novembre 2016 confrenza stampa cc Copyright Petrussi Foto Press Turco Massimo
Udine 26 novembre 2016 confrenza stampa cc Copyright Petrussi Foto Press Turco Massimo

GEMONA. Lo ha fatto per sbarcare il lunario. E' entrato in un ufficio postale giovedì sera a Tricesimo e poi, di nuovo il giorno dopo, in quello di Gemona, ha legato con lo scotch mani e piedi dei clienti che erano dentro e ha arraffato tutto quel che poteva arraffare.

Rapine solitarie, quelle compiute da Domenico Palazzo, 59 anni, originario di Catania e senza fissa dimora in Friuli, cui i carabinieri di Udine hanno posto fine nella stessa giornata di ieri, poche ore dopo il colpo a Gemona, dopo averlo riconosciuto, individuato alla stazione delle corriere di viale Europa unita e sottoposto a fermo. 

Palazzo era uscito poche settimane fa dal carcere, dopo avere scontato una condanna a otto mesi di reclusione per una precedente rapina alle Poste di Tarcento. Quando i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Udine lo hanno avvicinato, non ha opposto alcuna resistenza e, svuotate le tasche, ha consegnato il denaro che si era fatto consegnare a Gemona, per un ammontare di circa 6.500 euro.

Per spiegare i due episodi, Palazzo si è soffermato sulle difficoltà economiche in cui versa: elettricista, da tempo senza lavoro, spesso ospite di strutture di accoglienza. La decisione di replicare l'azione a Gemona era stata dettata proprio dal bisogno di denaro facile e veloce, visto che a Tricesimo il bottino era stato di soli 300 euro.

E' stato sempre lui a indicare ai carabinieri il bidone in cui aveva gettato la pistola giocattolo adoperata per spaventare dipendenti e clienti dell'ufficio postale. Entrato in entrambi i casi a volto scoperto, prima di farsi consegnare le banconote ha legato le persone presenti con scotch e fascette, acquistati poco prima proprio a tale scopo.

I carabinieri sono risaliti a lui grazie all'identikit realizzato sulla base delle testimonianze e all'attività di controllo e pedinamento immediatamente predisposto nei confronti di una rosa di persone già note alle forze dell'ordine e sospettate anche degli episodi di Tricesimo e Gemona.

I dettagli del suo fermo sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa, nella sede del Comando provinciale dei carabinieri di Udine, dal comandante provinciale, colonnello Marco Zearo, il comandante della Compagnia di Udine, maggiore Alberto Granà, e il comandante del Nuclo operativo e radiomobile della Compagnia, tenente Ilaria Genoni.

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